Tutti i cristiani sanno che la Bibbia non è un libro scritto direttamente da Dio, bensì da tanti autori - uomini diversi nello stile, nella lingua, nel tempo, nelle intenzioni, nell’istruzione, nel talento - che vengono comunemente (nell’ambito della fede) ritenuti ispirati da Dio (nella composizione delle “loro” opere: Lettera “di” Paolo ai Tessalonicesi; Vangelo “di” Luca, ecc.). Nessuno si sorprende dunque quando si fa notare che nelle innumerevoli edizioni che si sono succedute nei secoli si ritrovano differenze e perfino errori, grandi e piccoli (di copiatura, di interpretazione ecc.). Nessuno ai nostri giorni sosterrebbe essere perfetto un libro - per quanto sacro - che in fin dei conti è opera dell’imperfetto uomo.
Ma per Bart Ehrman, autore di Sotto falso nome. Verità e menzogna nella letteratura cristiana antica, oggi leggibile in italiano grazie alla traduzione di Gian Carlo Brioschi e all’attenzione dell’editore Carocci, nella Bibbia vi è qualcosa di più: la menzogna. Cioè il deliberato tentativo - da parte di chi ha scritto i testi originali, di chi li ha ricopiati e rimaneggiati, di chi li ha tradotti e selezionati - di alterarne il contenuto a vantaggio proprio o del proprio gruppo di appartenenza. Documenti falsificati a bella posta da impiegare come armi «per affermare alcune convinzioni religiose o per contrastarne altre».
È sempre difficile affrontare questi temi con animo sereno e imparziale, scientifico, “come se la cosa non ci riguardasse direttamente”: nulla ci riguarda più da vicino di ciò che può condizionare il nostro modo di intendere il senso della vita, soprattutto se proveniamo da un’educazione religiosa in cui molte delle cose più importanti vengono considerate “già date” (e per ciò stesso fuori discussione). Ma questo libro - anche per la scorrevolezza che Brioschi ha saputo imprimere alla forma italiana - va consigliato al lettore (credente o meno) che sia genuinamente interessato alla questione della verità del cristianesimo, per l’importanza dei problemi che solleva; così come, d’altro canto, va sconsigliato a chi vada in cerca del libro-scandalo del momento (rimarrebbe deluso: in quel caso, meglio ripiegare su Dan Brown). Un libro, insomma, né solo per gli specialisti né per i creduloni, ma per coloro al contrario che amano la riflessione critica e detestano la dabbenaggine, perché sanno che è proprio lì, nell’ingenuità e nell’ignoranza, che può annidarsi la menzogna.
Bart D. Ehrman, Sotto falso nome. Verità e menzogna nella letteratura cristiana antica, ed. Carocci, 2012, pp. 270, euro 23. Traduzione di Gian Carlo Brioschi.
(«Pagina3», 15 marzo 2013)
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