domenica 28 ottobre 2012

L’economia, gli ebook e la scarsità/3

Ebook sì, ebook no. Si parla tanto (anche noi l’abbiamo fatto) di come cambieranno i libri ma stranamente si parla poco di come cambierà la lettura. Cioè delle ricadute che l’evoluzione del libro avrà sull’uomo. Anche i lettori cambieranno. Forse possiamo anche immaginare – un pochino – come.
Potremmo partire ad esempio da quanto i più entusiasti dell’e-reading vanno profilando: si parla di ricerche testuali estese (che renderanno – a loro dire – obsoleti i metodi di citazione basati sul numero di pagina), di traduzioni “in tempo reale”, di condivisione dei contenuti sui social network: immaginiamo già l’adolescente che, durante la lettura dei Karamazov, twitti agli amici: “fico il Grande Inquisitore – mood: grrrrrrr!”.


Nel terzo millennio anche la lettura si trasforma in intrattenimento. Convulso e frammentato: è il ritmo del “tempo reale”

Non è per fare i vecchi brontoloni incapaci di adattarsi ai cambiamenti, dimentichi di com’erano da giovani. Né ho scritto “durante la lettura” per caso. Avrei potuto dire “dopo”. Ma è proprio quel “dopo” che gli ebook ci porteranno via: la possibilità di leggere un libro in santa pace, indisturbati, ininterrotti. Già oggi l’interruzione è diventata il pane quotidiano delle nostre giornate. In ufficio, mentre lavoriamo a una pratica, arriva una telefonata: rispondiamo, ancora con il foglio in mano. Frattanto arriva un messaggio su Skype e a seguire entra un collega che è venuto di persona perché ha trovato occupato il nostro telefono (per forza, stiamo parlando!): tutti con sollecitazioni urgenti, nessuno può aspettare. Anzi, meglio detto: nessuno sa aspettare più. Per molti il sollievo, dopo una simile giornata, era ed è quello cantato da Corrado: tornare a casa e togliersi le scarpe. Per altri invece è sempre stato quello di chiudere la porta e mettersi a leggere. Attività la cui prerogativa era il silenzio: la mente si sgombrava e, aiutati dalla maestria dello scrittore si sprofondava anima e corpo nella realtà del romanzo. Cosa che già oggi – circondati come siamo da apparecchiature elettroniche che richiamano continuamente la nostra attenzione – è molto più difficile di un tempo; ma che con un e-reader tra le mani è addirittura impossibile: ora ci giunge una mail (e chi può resistere alla tentazione di leggerla subito?), ora il sistema operativo ci avverte che il livello della batteria è basso (non che la batteria è scarica: prima di scaricarsi ci interromperà altre dieci volte), ora la mente vola a qualcosa che ci vien voglia di cercare in internet. Insomma, la lettura diventerà quanto mai frammentata, in linea con tutto il resto della nostra vita, e tutto quello che la lettura era in grado di darci – immedesimazione, sogno a occhi aperti, riflessione – si ridurrà a una mera acquisizione di informazioni. Non leggeremo più romanzi, ma trame. Addio al buon vecchio “piacere della lettura”: questa è l’era dell’intrattenimento. Su alcune conseguenze di questa trasformazione già convergono studiosi, genitori e insegnanti: i ragazzi delle scuole superiori sono deconcentrati, impazienti, non sanno ascoltare, parlano con un vocabolario ridotto e con strutture sintattiche elementari. Oltre ad essere mediamente più ignoranti di quelli della generazione precedente, sono in generale meno capaci di esprimersi e meno autonomi nel comprendere la realtà in cui vivono. Non è il caso di allarmarsi. Ma stiamo parlando dei nostri figli. Val forse la pena di essere cauti.

(«Il Caffè», 26 ottobre 2012)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano