mercoledì 12 settembre 2012

Chiusura del Concorso di Narrativa e Poesia FaraExcelsior 2012

Con il racconto lungo Il pittore di parole, Marco Fratta, torinese, ha vinto la sez. A del concorso Faraexcelsior 2012, con le seguenti motivazioni:

Marina Sangiorgi:
Dario, di Torino, con l'amico francese Bernard va in Svezia e fa il poeta. Tornato in Italia diventa ingegnere per realizzare il sogno di Bernard: una grande giostra che verrà costruita a Singapore. Colpisce di questo testo l'atmosfera assolutamente fiabesca, in cui l'autore pare avere concentrato sogni, aspirazioni e velleità con notevole immaginazione.

Paolo Galloni:
Non troppo coinvolgente nella trama, ma fluido e piacevole nello stile (e poi la citazione di Nick Drake in esergo vale un punto).

Paolo Calabrò:
Il pittore di parole è un racconto che cattura l'attenzione e spinge a proseguire la lettura. Se questo basterebbe a distinguere la buona narrativa dalla cattiva, qui si aggiunge una proprietà di linguaggio evidente, a volte anche troppo. L'autore sa come strappare la risata, pur indulgendo a scrivere di sé nello scegliere un poeta come protagonista (e non rinunciando a prendersi la propria personale rivincita sulla "grande tradizione poetica italiana"). Un lavoro senz'altro buono.

Maria Pina Ciancio:
Una scrittura giovanile, lucida, coerente, al bivio tra oggettività e soggettività, che coniuga uno stile squisitamente poetico ad una prosa informale e gergale, capace di esaltare la forza espressiva, creativa e la tensione ideale dei protagonisti. Un racconto di formazione che passando attraverso una serie di mutamenti, esperienze, desideri, insoddisfazioni, contraddizioni sociali, drammi psicologici, approda ad esaltare i valori dell’interiorità , dell’altruismo e dell’amore. Il tutto dentro la cornice materiale e spirituale del viaggio-avventura attraverso le diversità e i contrasti di un’Europa (nord-sud) che viaggia ancora con marce e opportunità diverse.

Non hai nulla da temere.
Perché i sogni che si mostrarono a te, così giovane
parlavano della vita come un'eterna primavera.
Nick Drake

1.
Sul porto di Göteborg ormeggiava una sana quiete di primavera. La brezza virava verso ovest, come un elicottero impazzito di fronte ad ostacoli di carta. I capelli oscillavano liberi, i berretti minacciavano le fughe più pittoresche tra la schiuma delle onde. Piccole folle si affacciavano verso il mare, con un certo fascino mansueto tra le righe del sorriso. I mari del nord sono così, d’altronde, quando li guardi: se non vuoi piangere devi sorridere.
Iotebori, insisteva lo svedese alla fermata dell’autobus. Sarete pure italiani, ma adesso siete in Svezia. Io non farei i capricci per imparare a dire Castelvetere sul Calore, Capriate San Gervasio, Satriano di Lucania, Ci-vi-ta-vec-chia. Si dice Iotebori, non siete in un posto qualsiasi.
Poco più avanti alcuni adolescenti sfrecciavano sullo skateboard, così veloci che avrebbero potuto disegnare nell’aria le frecce tricolore di cui tutti ricordiamo un tragico incidente. Indelebile memoria nazionale.
Sulla Saltholmsgatan, l’immensa via che costeggia il promontorio, il tramonto era sottile e poco invadente. Non aveva alcuna fretta di annunciare la sera. Sembrava che le linee rosa del cielo dovessero in qualche modo arrivare in ritardo ad un appuntamento. Come le linee d'ombretto sotto gli occhi di una donna, quando il citofono è già suonato da un pezzo. Ma la meraviglia esiste per farsi attendere: questa è la storia di tutti.
Iotebbuori. Vabbene accussì? Sì sì, d’accordo. Sotto i tramonti della Svezia va bene qualsiasi cosa. Chiamalo eccesso di tolleranza da meraviglia geografica. Può funzionare, no?
Il promontorio è una bestia terrestre costeggiata dai panorami. Puoi perderti. Ovunque tu decida di volgere lo sguardo: ti perdi. Sei pulviscolo atmosferico nella realtà che ti rimpicciolisce. La radice dell’inquietudine, in quel caso, è lo smarrimento della tua dimensione fisica. Anche grazie a questa percezione esistono i poeti, poichè frammentano le impressioni per sentirsi meno piccoli, che non vuol dire sentirsi più grandi: si tratta di colmare il proprio vuoto di fronte all’immenso scrivendo parole senza tempo. Lunga vita ai poeti.
Sul promontorio la Svezia rimane senza Göteborg, poichè prestata per un istante perpetuo all’Oceano che diventa terra. Chiome bionde di donne bellissime raccontano la storia di un pezzo di terra che stuzzica le meraviglie del mondo. Poco lontano i fiordi norvegesi fanno da cornice alla gioia sempiterna. Probabilmente Cristo si è messo a scalpellare la costa con il massimo della noncuranza, fino a creare una meraviglia: sì, deve essere andata così, poichè la chiesa di Oscar Fredrik è sempre piena di gente.
(…)

Autopresentazione
“Ma cosa ci troverai di così meraviglioso in questa Scandinavia?!”. Parole frequenti, interrotte dalle note orgogliose del mio basso elettrico. Parole che ascolto fin dai tempi in cui ogni sogno sembrava possibile… e radermi una sola volta alla settimana era perfino eccessivo. Eppure io sentivo addosso le suggestioni di quella terra già da adolescente. “La dipingerò” mi promisi più volte. O meglio “ci dipingerò dentro una storia”. Perché oltre la Scandinavia e il basso elettrico, tra le mie passioni, c’erano anche le parole. Potrei sostituire la Scandinavia con il paradiso, ma non andrei da nessuna parte senza le parole.

Marco Fratta è nato a Torino nel 1987. Scrive romanzi, poesie, racconti e suona il basso elettrico. Ha pubblicato il romanzo La scatola nera (La Riflessione 2007) e la raccolta Il ronzio degli insonni – Poesie dal 2004 al 2008 (Lulu 2009). Il romanzo d’esordio è stato pubblicato anche in lingua francese in formato ebook (La Boîte noire, Abelbooks 2012, traduzione a cura di Marie-Bernadette Giraud). Nel 2009, con la collaborazione degli attori Alan Mauro Vai e Vincenzo Di Federico, ha creato il Marco Fratta Reading Project, forse il primo reading italiano su sottofondi di basso solo. Alcune parti dello show si possono trovare su Youtube e Vimeo. Da sempre appassionato di Rock Progressive, ha suonato con promettenti formazioni di rock d’avanguardia, ma ha anche collaborato con alcuni cantautori tra cui Mezzafemmina (al secolo Gianluca Conte). Per lui ha arrangiato e suonato le parti di basso del disco Storie a bassa audience prodotto da Gigi Giancursi & Perturbazione.

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano