Fascismo e democrazia possono andare pericolosamente a braccetto. Come nel caso del berlusconismo
M. Marzano, Gli assassini del pensiero, ed. Erickson, 2012
Questo ultimo e bel libro di Michela Marzano dal titolo Gli assassini del pensiero. Manipolazioni fasciste di ieri e di oggi (ed. Erickson) nasce oltralpe (in Italia è stato tradotto da Riccardo Mazzeo) con l’intenzione di spiegare ai francesi come sia possibile che un popolo come quello italiano, che ha conosciuto il fascismo tanto da vicino, possa cadere ciclicamente vittima delle malie del capo carismatico di turno. Sulla scorta delle analisi di Pier Paolo Pasolini e di Theodor Adorno l’autrice spiega che non è possibile ridurre tutto alla creduloneria: perché non è affatto un “sonno della ragione” a scatenare questi fenomeni, bensì l’utilizzo improprio e fatale della “ragione strumentale” la quale - tutta presa da propri calcoli di efficienza e rendimento - finisce per perdere di vista il senso (ovvero la profondità umana) delle cose.
Il fascismo in definitiva non è il contraltare della democrazia, ma il lato oscuro di quest’ultima: può esistere (e, con ogni probabilità, vi siamo già in buona parte immersi) un fascismo democratico che mette radici dove scarseggiano la partecipazione, la responsabilità, il pensiero autonomo. Una riflessione attuale, di grande lucidità.
(«Il Caffè», 20 luglio 2012; «l'Altrapagina», luglio-agosto 2012)