giovedì 4 agosto 2011

I voti non si pesano: si contano

Sosta gratis sulle strisce blu per i residenti. Ampliamento degli orari di carico e scarico per i commercianti. Tasse bloccate per cinque anni sugli immobili a Milano. Trenord, biglietti gratis nei weekend fino a luglio. Niente Irpef nė aumenti sulle tariffe. Sono solo poche delle promesse fatte dalla destra durante la campagna elettorale (oggi sappiamo com’è andata a finire) dello scorso maggio, quando Letizia Moratti ancora sperava di strappare un voto in più ai supplementari.
Voto di scambio, non c’è che dire. Nessuna visione politica del territorio, nessuna prospettiva di sviluppo: ma solo ticket mensa e buoni sconto da spendere alla spicciolata. Proprio come
certi ambulanti cinesi (come ha osservato Alessandro Gilioli prima di me) che - quando mostri di star andandotene via dalla bancarella - ti richiamano a gran voce dimezzandoti il prezzo (e che poi quasi pretendono che tu accetti queste condizioni: così abbiamo visto Letizia Moratti abbandonare il Consiglio comunale di Milano, dimettendosi candidamente, come per ripicca, nonostante avesse affermato pochissimo tempo prima “non abbandonerò mai Milano”.

A Milano gli elettori non si fanno comprare. Quanto durerà?

Voleva fare il sindaco della città e poi abbandona il consiglio. Con ogni evidenza, non solo quello comunale).
Ma questo non ci stupisce più. Ci indigna tuttavia l’idea che si possa ancor oggi - nonostante tutta la retorica della democrazia popolare, del popolo sovrano, dei giudici che vogliono sovvertire il voto popolare - avere così tanto in spregio i cittadini da pensare di poterli acquistare con una manciata di caramelle. Non in generale (quella è l’idea che ha probabilmente la maggior parte dei politici), ma tanto in particolare da pensare di poterci addirittura fondare il rush finale del ballottaggio. Inorridiamo di fronte alle leggende metropolitane (saranno poi tanto leggendarie?) di voti acquistabili alle nostre latitudini per poche decine di euro, poi ci tocca assistere a questo squallore nella Milano da bere.
Non ci entusiasmiamo per il risultato di Pisapia. Per carità, la vittoria c’è stata, non ci dispiace. Solo che non è questo il punto. Stavolta gli italiani non si sono lasciati comprare, ma l’idea della Moratti potrebbe rivelarsi vincente a una prossima tornata. L’antidoto non può essere lo sdegno che forse ha spopolato a questo giro; dobbiamo acquisire la consapevolezza e la pretesa che la politica offra (e garantisca) l’orizzonte, il lungo termine, la prospettiva e magari - perché no - il senso. E la dignità che permetta di dire: no, grazie, il parcheggio lo pago volentieri, anche se è distante, perché io preferisco la ZTL. Ma questa è tutta un’altra storia.

(«Il Caffè», 22 luglio 2011)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano