lunedì 4 luglio 2011
D. Leveni-M. Lussetti-D. Piacentini, Ipocondria, ed. Erickson, 2011.
Quando si dice “ipocondria” si intende comunemente l’atteggiamento di chi è malinconico e incline all’egotismo e alla disamina ossessiva delle proprie imperfezioni e disfunzioni. Come dire: niente di grave, non è certo una malattia vera e propria. Pregiudizio difficile da sradicare, perfino in ambito scientifico: l’ipocondria ancora fatica a venir riconosciuta a tutti gli effetti come patologia autonoma, la si considera come un disturbo minore o molto raro, si ritiene che non esistano trattamenti specifici di provata efficacia.
Ma le cose non stanno (più) così: nel loro volume Ipocondria. Guida per il clinico e manuale per chi soffre del disturbo (ed. Erickson, 2011), gli autori Daniela Leveni, Marco Lussetti e Daniele Piacentini spiegano che «i dati raccolti negli ultimi 15 anni non giustificano più il persistere di tale atteggiamento minimizzante». Sebbene il dibattito sia tuttora aperto, «è ormai accettata in tutto il mondo l’esistenza dell’ipocondria come entità diagnostica a sé stante».
Di più, l’ipocondria è un disturbo che si incontra oggi molto di frequente; il principale motivo per cui in passato lo si riteneva raro è che «poiché le persone con questo disturbo ritengono di avere un problema organico, l’ambito in cui esso si ritrova abitualmente è la medicina generale».
Oggi siamo di fronte a un quadro statistico dal quale emerge che il 2% dei pazienti della medicina generale soddisfa pienamente i criteri dell’ipocondria, mentre il 14% afferma di essere disturbato dalla preoccupazione di poter avere una malattia grave. L’ipocondria, insomma, non va né misconosciuta né sottovalutata: i livelli di disagio soggettivo sono molto elevati, così come le disabilità in ambito sociale e lavorativo; in più, sussiste un’alta probabilità di cronicizzazione e di complicazione per associazione ad altri disturbi come la depressione.
Il libro si compone di 2 parti: la prima è rivolta all’aggiornamento dei clinici, la seconda è intesa come manuale - e questa è la principale novità del libro all’interno del panorama editoriale italiano - per chi soffre del disturbo e per i suoi familiari: progettato per essere utilizzato come quaderno di lavoro, fornisce indicazioni teoriche oltre a materiali per gli esercizi pratici da fare tra una seduta e l’altra, offrendo la possibilità di annotazione e personalizzazione della propria copia. Alla conclusione del trattamento, il manuale - così arricchito delle annotazioni personali - può essere utilizzato dai pazienti per mantenere i risultati raggiunti e prevenire le ricadute (divenendo in tal modo uno strumento di auto-aiuto). Con la Presentazione di Michele Tansella.
D. Leveni, M. Lussetti, D. Piacentini, Ipocondria. Guida per il clinico e manuale per chi soffre del disturbo, ed. Erickson, 2011, pp. 250, euro 21.
(«Pagina3», 4 luglio 2011)
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