domenica 21 novembre 2010
Parole Parole
Senza parole – parte prima
Le tue braccia erano il mio luogo
il terreno dove il seme – che ero io
cresceva.
Poi via il fusto, le radici, il sole e dimmi
(è libera la foglia sopra un ramo?)
Ma tu non dirai niente. No. Non qui.
Passeggi ancora con le mani in tasca?
O finalmente dondoli le braccia
che non ti stringo più?
Libera avanzi, e il vento ti sospinge.
Parole tipiche
Volevi ti portassi “al nostro posto”
dove quell’aria calda ed avvolgente
mi dava il sonno e un brivido di noia.
Non c’era niente intorno, terra o mare
né case traffico auto o bestie rare.
Finché mi amasti il posto tuo fui io.
E adesso chi hai portato al posto mio?
Senza parole – parte seconda
Stetti a guardare te tutta la notte.
Io noncurante delle tue parole
fissavo il movimento delle labbra
e l’espressione di quegli occhi neri
dirmi di più di ciò che tu dicevi.
Se avessi udito almeno una parola – eh!
le cose che sarebbero cambiate
come bastò a cambiare quella terra
che vi sedessi tu a gambe incrociate.
Ho cancellato l’ultima visione
di te che ti alzi e te ne voli via;
ti ho persa, anima e corpo. Ma il tuo sguardo
spesso ritorna a farmi compagnia.
Due parole
Che dire di quei luoghi abbandonati
dove mi hai tanto spesso accompagnato?
Ci siamo amati su lamiere torte
e arrugginite, su binari morti,
tra auto demolite, sul pietrisco
di immobili cantieri. All’improvviso
mi torna in mente quel che mi dicesti
e contro cui ho lottato, forsennato
con recriminazioni e pianti. Ed ecco
la nostra storia corre avanti agli occhi
e va a fissarsi nelle tue parole
come una freccia sopra ad un bersaglio.
«Non rompere». Fu tutto. Il tuo volere
neanche l’ho saputo rispettare:
come ubriaco andai, e trotterellando
passo su passo, trotto dopo trotto
ho rotto.
(Poesia terza classificata al concorso «Viaggi fuori dai paraggi», Napoli, Maschio Angioino, 2002)
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