sabato 13 novembre 2010

La piaga del nucleare/9

Bugie nucleari, ne parlavamo la settimana scorsa. Silvia Pochettino, giornalista e scrittrice, ne ha raccolte talmente tante da farci un libro: Bugie nucleari (ed. Carlo Spera, 2010).
Un libro - scritto in forma di racconto e incentrato sul dramma
delle persone che vivono ancor oggi nelle zone devastate dalla tragedia di Chernobyl - che spiega una verità semplice ed essenziale: le bugie non sono né un caso né un accidente nella storia del nucleare cosiddetto “pacifico” e “civile”, ma un elemento che lo accompagna fin dalla nascita.

Del nucleare vi dicono solo quello che vogliono farvi sapere. Teoria del complotto? No, accordo WHA 12-40

Era infatti il 28 maggio 1959 quando l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e l’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) siglarono il patto scellerato denominato “WHA 12-40”, con il quale l’AIEA si riservava il potere di veto su qualsiasi pubblicazione di informazioni che avessero a che fare con il nucleare. “Al fine di salvaguardare il carattere confidenziale di certi documenti”, vi si legge. Ovvero: la riservatezza dei documenti viene prima del diritto degli uomini di conoscere la verità sulle conseguenze sanitarie del nucleare. Conclusione: nessuno oggi conosce la quantità di radiazioni attualmente presenti nell’atmosfera, né quali danni ne derivino all’uomo.
Come spesso accade, al danno si aggiunge la beffa: e allora si è costretti a sorbirsi i fautori del nucleare quando ripetono con voce stridula che non esistono studi di correlazione significativi sui rischi sanitari del nucleare; mentre i dati, purtroppo, ci sono. Solo che noi non li possiamo conoscere.
Gli stessi fautori che continuano a ripetere ossessivamente che quella atomica è una scelta “etica”, perché in grado di recare progresso e di emancipare dalla povertà. Su questo tema l’autrice insiste e rilancia: «come possiamo affermare che il nucleare sia una scelta etica quando si avvale di silenzi e complicità per farsi accreditare?». Da volontaria nelle zone di Chernobyl, Pochettino ha osservato con i propri occhi i sintomi delle malattie da immunodeficienza, nei bambini come negli adulti. Sostenere - come qualcuno fa ancor oggi, anche in Italia - che le vittime di Chernobyl non arrivino a un centinaio è stupido, disumano, inaccettabile. È falso.
Se il nucleare va affrontato come problema etico, oggi, allora la prima cosa da fare è rimuovere l’omertà che ne intride la radice. Che sparisca ogni segreto, ogni reticenza, ogni manipolazione dei dati. Che tutte le informazioni vengano rese disponibili via internet. Subito.
Perché l’etica non riguarda la confidenzialità dei documenti, ma ciò che è buono o cattivo per l’uomo. E questo non lo possono decidere le lobby nucleari. Questo, se permettete, lo vogliamo decidere noi.

(«Il Caffè», 12 novembre 2010)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano