Anna Sfard è una giovane, talentuosa matematica. Psicologia del pensiero matematico (ed. Erickson, 2009) è il suo primo libro, ma lei è già nota agli specialisti per i suoi studi a cavallo tra la psicologia e la matematica fin dal 1991, a partire dall’articolo “Sulla doppia natura delle concezioni matematiche: riflessioni su processi e oggetti come diverse facce di una stessa medaglia”, richiamato da Bruno D’Amore nella Presentazione all’edizione italiana.
Si tratta di uno studio dotto e originale, la cui erudizione (l’autrice attinge a una bibliografia nutritissima,
purtroppo - per il lettore italiano - completamente in inglese) è pari soltanto alla sua ambizione: quella di «modificare il modo di pensare il pensiero, un compito all’apparenza tanto improbabile quanto quello di distruggere un martello colpendolo con quel martello stesso».
L’opera nasce da una perplessità: se lo studio della matematica è quanto di più astrattamente razionale l’uomo possa concepire, e se è vero che l’uomo è un “animale razionale”... come è possibile che alcune persone mostrino una propensione spiccatissima per la disciplina, mentre altre appaiano completamente negate? Problema che si ripercuote sull’apprendimento: interi secoli di modifiche apportate alla didattica della matematica sembrano non aver avuto alcun effetto migliorativo. Siamo dunque in presenza di qualcosa che mette in crisi l’idea aristotelica di “razionalità innata e universale”, o a una errata (ovvero parziale) visione della matematica?
Sulla scorta degli studi di Vygotskij e dell’impostazione di Wittgenstein, Sfard concepisce la matematica (ma, più in generale, il pensiero) come un’attività tutt’altro che esclusivamente individuale, bensì connotata in tutto e per tutto dall’essere storico, sociale, integralmente umano dell’uomo: «la comunicazione interpersonale e il pensiero individuale sono due aspetti dello stesso fenomeno». Conclusione per la quale l’autrice conia anche un termine tecnico: comognizione, combinazione di comunicazione e cognizione.
Il libro è diviso in due parti, la prima dedicata all’analisi del pensiero e all’esposizione dell’idea di comognizione, la seconda concentrata sulla matematica, in particolare come forma di comunicazione. Dedicato al padre, Zygmunt Bauman (insigne sociologo polacco vivente a Leeds, in Gran Bretagna, teorico della “modernità liquida”) e alla madre Janina Bauman, scomparsa pochi mesi fa all’età di 84 anni.
(«il Recensore.com», 8 ottobre 2010)
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