sabato 9 gennaio 2010

C. Scataglini, Le formiche sono più forti del terremoto, ed. Erickson, 2009

Mika è una formichina di 6 anni. Quando il terremoto distrugge il suo intero formicaio nel cuore della notte, è costretta in fretta e furia a rifugiarsi insieme alla famiglia in un centro di accoglienza. È l’incipit di Le formiche sono più forti del terremoto (ed. Erickson, 2009) di Carlo Scataglini, autore abruzzese che ha al suo attivo numerose pubblicazioni per bambini.
Mika è una formichina di sei anni come tutte le altre: vive felice con i suoi genitori, gioca e va a scuola con le amichette.
La sera si addormenta nel lettino con la sua “coccinella di bacca”: invece di un orsacchiotto di pezza, Mika stringe fra le zampette una bacca rossa intagliata dalla nonna in 7 punti, così da sembrare una coccinella.
Ma subito dopo “la Cosa” (è così che le formiche chiamano il terremoto dopo averlo subito, avendo orrore di chiamarlo col suo vero nome) inizia per Mika una nuova vita “temporanea”, vissuta
nella sospensione dell’attesa del ritorno alla condizione precedente, fatta di nuove amicizie, nuove abitudini, nuove esperienze. Tuttavia, non è il sapore della novità che Mika sperimenta, ma quello della mancanza, che il nuovo – cui forzatamente si va incontro – non solo non è in grado di smorzare, ma anzi a volte acuisce.
Un’esperienza che è soprattutto di discernimento: alla sua pur giovane età Mika apprende che esistono cose importanti e cose che non lo sono, cose cui si può rinunciare facilmente e cose cui si rimane legati per sempre. Così, quando le formiche volontarie le chiedono quale giocattolo vorrebbe recuperare tra quelli che ha lasciato sotto le macerie (“E tu, piccolina, cosa vuoi cercare? Il tuo videogioco preferito, immagino”), Mika risponde che vuole recuperare la sua coccinella di bacca. In quei momenti si torna agli affetti e ai legami più istintivi e profondi, individualmente e collettivamente: così la formichina si accorge con stupore che il terrore non sempre lascia ammutoliti, come le era sempre stato detto, ma che può anche essere in grado di avvicinare le persone e renderle più solidali. “Le formiche sono più forti del terremoto” è una novella a lieto fine in cui il lavoro comune di ricostruzione porterà via i brutti ricordi e ridarà la speranza di una vita allegra e “a misura di bambino”.
Il ricavato della vendita di questo libro – illustrato da Giuliano Lunelli con tinte vivaci e disegni gioiosi e originali – nonché i relativi diritti d’autore, saranno devoluti ad attività educative e sociali nell’ambito del progetto “Per l’Abruzzo: biblioteche e ludoteche per bambini e ragazzi”. Con una Postfazione di Fabio Sbattella-Psicologi per i popoli. Prefazione di Giovanni Floris.

(«il Recensore.com», 9 gennaio 2010)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano