I due articoli di costume sul tema dell’occultismo del numero di maggio di “Fresco di stampa” non mi sono piaciuti (mi riferisco a “Non è vero ma ci credo” di Sara Boni e “Occhio al malocchio” dell’amico Davide Boerio). Viviamo in un’epoca di allarmismo nella quale la politica non sembra preoccuparsi d’altro che di “sicurezza”, in cui ogni straniero è un terrorista e ogni alimento una potenziale fonte di cancro. Parlare oggi di maghi e di magia con troppa disinvoltura, fornendo come unica riprova la sola suggestione personale e prescindendo da qualunque dato, statistica o riscontro fattuale, mi sembra fuorviante, per non dire scorretto. Per non dire, data la premessa: pericoloso.
Partiamo da “Occhio al malocchio”. Boerio scrive di essersi recato da nonna Bianca, ottantaduenne di Sant’Arpino, «anziana depositaria della magia bianca» (p. 26), la quale «ci sta aspettando in strada [...] Subito ci prende per mano e ci porta dentro casa [...] Sa già perché siamo qui». Lo sa già perché la redazione le ha telefonato, viene da chiedersi, o perché si vuole alludere a qualcos’altro? Boerio parla dei “poteri” della nonna, senza prendere una posizione netta; ma il ritratto che ne emerge è comunque quello di un’esperta di magia bianca che opera a fin di bene (senza che nessun fatto obiettivo venga mostrato a supporto).
Viviamo in un’epoca in cui l’allarmismo è più pericoloso che mai. Si può credere anche a qualcosa che non si vede, ma non a ciò che si sa essere falso
Nell’altro intervento si legge che «Patrizia è sensitiva da quando era giovanissima e sin da allora mette a disposizione di chi ha bisogno il proprio talento» (p. 25; attenzione: non si dice che Patrizia “sostiene” di esserlo, si dice che lo “è”; anche se questa è la mera convinzione della stessa Patrizia, la giornalista non ne prende le distanze); parimenti si riporta la citazione di Cleo, il santone di Avella, che dice di sé: «posseggo particolari facoltà sensitive da quando ero un bambino e per me ormai si tratta di una vera missione, che compio per il bene della collettività». Ma che bravo, sono senza parole. Francamente, ritengo che non si possa basare un’indagine su un tema così scottante e controverso basandosi sulla sola opinione di una delle parti in causa. È come chiedere all’acquaiolo se l’acqua è fresca. Che ci si aspetta di sentirsi rispondere? “Più della neve!”
Insomma, pur con le dovute differenze (Boni è molto più assertiva di Boerio, più disincantato), si avverte in entrambi i casi la mancanza dei fatti veri e propri. Queste persone hanno davvero dei poteri? Come facciamo a dirlo? In attesa (disillusa) di ricevere una risposta a queste domande, riporto qualche dato acquisito dal Telefono Antiplagio, osservatorio sulla “magia” in Italia, a disposizione di coloro che ritengono di esser stati truffati da “operatori dell’occulto”. Abusi segnalati dal 1994 a tutto il 2008: 16.000. Contatti con il sito: 340.000. Illeciti più frequenti: esercizio del mestiere di ciarlatano, evasione fiscale, circonvenzione d’incapace, truffa aggravata, estorsione, esercizio abusivo della professione medica e psicologica, abuso della credulità popolare, pubblicità ingannevole. Questi i recapiti: www.antiplagio.org; telefono@antiplagio.org; tel. 338.8385999.
Si usa dire, tristemente, “non è vero, ma ci credo”, che mescola un po’ di codardia (timore dell’occulto: ma che cos’è, poi, quest’occulto?) con un po’ di stupidità (come cristiano, posso credere a qualcosa che non vedo, ma non a qualcosa che reputo apertamente falso, cioè non vero; considerazione che vale anche per i non credenti).
Non è vero? Allora non ci credo!
(«Il Caffè», 26 giugno 2009)