Primo del ’900. Madame De Cecco è una donna nobile che ama la comodità; ma che, più d’ogni altra cosa, ama essere lasciata in pace. Ecco perché, pur potendo scegliersi una casa al centro di Napoli, capitale del sud Italia, ha preferito andare a vivere in una specie di esilio dorato nella cittadina di Mondragone, sul litorale di Caserta, vicino alla campagna e lontano dalle seccature. Poi però la noia si fa sentire e l’idea di partire in viaggio nel posto più affascinante del mondo - insomma: cosa c’è più suggestivo del deserto? - fa capolino e lei finisce per partire a dorso di cammello e con tanto di guida berbera al seguito. Se ne è pentita praticamente subito, ça va sans dire; ma adesso, dopo venti giorni, non è più tempo di ripensamenti, ma di imprecazioni. E darebbe effettivamente, come si dice, la sua cavalcatura, per cinque minuti di toilette come in Europa. Se non fosse per la compagnia dei due uomini che sono con lei, avrebbe già dato di matto: sir Archibald McFenzie, già console in Giappone per conto della Corona Britannica e monsieur Roger Delacroix, gesuita fondatore di non si sa più quante missioni in sud America, figura di mistico probo in odore di santità. Sul conto del quale ultimo circolano strane voci - quale uomo di Dio è mai sfuggito a tale condanna? - che lei non è più tanto sicura siano del tutto inventate...
Non conquistammo che sabbia è l’opera prima di Domenico Aliperto, giornalista nell’ambito dell’economia digitale che ha collaborato con testate nazionali come “Italia Oggi” e “Milano Finanza”. Che cattura, fin dalla prima pagina, per la padronanza che l’autore sembra avere non solo e non tanto della lingua e dello stile, ma della stessa intenzione narrativa: la voce narrante colpisce subito per la sobrietà coniugata con l’incisività, dando al lettore la piacevole sensazione - quanto rara! Soprattutto in un esordiente - di venir condotto per mano, senza incertezze né inutili deviazioni. Ché ce n’è bisogno, in un romanzo di oltre settecento pagine in cui le sottotrame si intrecciano - lasciando spazio a fenomeni come il futurismo, emergente e già privo di sbocchi - e le emozioni dei personaggi si mescolano secondo una geometria triangolare come sempre foriera di problemi (si legga: di guai). Ciò che li accomuna è la fondamentale convinzione che siano i vincitori a scrivere la storia. E, se pur si possa dire che per loro le cose più importanti non siano né le strategie né le tattiche squisitamente militari, quel che è certo è che loro la Storia, con la s maiuscola, intendono scriverla. Resta la domanda: riusciranno ad arrivarci abbastanza vicino?
Domenico Aliperto, Non conquistammo che sabbia, ed. Bianca&Volta, 2017.
(«Mangialibri», 16 marzo 2018)
Modulo di contatto
Etichette
aforismi
Alex Zanotelli
altrui cose
Ambiente
Bambini
Bauman
Bellet
biografia
Brunetta
Bullismo
C'è un sole che si muore
Carlo Sini
Cinema
Claudio Fava
Claudio Fracassi
ControCorrente
Daniele Sensi
Desaparecidos
Diego De Silva
Dio perverso
Dipendenze
disabilità
don Andrea Gallo
don Luigi Merola
don Paolo Farinella
e-book
Economia
Educazione
Ennio Remondino
esercito
Etica d'impresa
eventi
Facebook
Fantascienza
Filosofia
Filosofia della scienza
Foto
Fumetti
Galapagos
Geografia
Giochi
Giulietto Chiesa
Giuseppe Miserotti
Giuseppe Onufrio
Goffredo Fofi
guerra
Guerra e pace
Hegel
Heidegger
i piccoli
Idiosincrasie
Il Partito dell'Amore
il telefonino
Illich
Immigrazione
In che mondo viviamo
Incendi in Russia
Internet
L'azzardo del gioco
L'economia come la vedo io
La Chiesa che non capisco
La guerra è guerra
La piaga del nucleare
La verità cammina con noi
le cose si toccano
Letteratura
lettere
Levinas
Libertà di stampa
Linguaggio e realtà
Luciano Gallino
Luigi Zoja
Mafia
Malainformazione
manuali
Marx
Massimo Cacciari
Massimo Scalia
Massoneria
Matematica
Maurizio Torrealta
Mondo
Morin
Musica
My Last Slating
Noir&Giallo
Novità
Nucleare
Pancho Pardi
Panikkar
Paolo Scampa
Parcheggiatore abusivo
pedagogia
Pietro Barcellona
Pippo Civati
Pirateria somala
poesia
Politica
psicologia
Pubblicità
Racconti e poesie
Religione
Riccardo De Lauretis
Roberto Carboni
Scienza
Scuola
Scusi può ripetere?
Sergio Manghi
Società
sport
Stefano Santasilia
Storia
Teatro
Tecnofollie
Tonino Drago
Vincenzo Pepe
Virtù del pubblico - Vizi del privato
Vito Mancuso
War
Powered by Blogger.