Francesco Livio Zannargiu è un ottimo studente di giurisprudenza e un talentuoso fotoreporter, che si diletta nell’immortalare eventi di cronaca nera mentre strizza l’occhio ad ambienti anarchici ed extraparlamentari. O almeno lo era. Poi è successo che quegli “extra” erano andati a sedersi in parlamento, dall’altra parte dell’arco politico; e che le cose erano cambiate - a volte senza riguardo; a volte senza pietà - e lui era rimasto segnato dalla vita con il suo inconfondibile marchio sul fondo dell’animo. Così Zannargiu sparisce dalla circolazione e al suo posto arriva Franco Zanna, sempre fotoreporter, ma adesso dedito esclusivamente al gossip e agli scandali. Nel corso di uno di questi reportage - stavolta ai danni di Remo Girardi, brillante opinionista cui piace portarsi le sue amanti nella villa in Sardegna, mentre la moglie rimane a casa a dirigere l’emittente TV per la quale lui lavora - qualcosa va storto, lui si fa notare e la vittima lo aggredisce, anche se poi riesce fortunosamente a darsela a gambe. Ma il problema nasce subito dopo: e se quello lo denunciasse? Ovvero: se lo facesse lei, la donna che lo accompagnava, che sembra averlo riconosciuto? O ancora: se quello fosse l’ultimo fallimento che il suo datore di lavoro è disposto a tollerare?
Pasquale Ruju - classe 1962, autore che ha lavorato per il teatro, il cinema, la radio e la televisione nonché nel doppiaggio e nei fumetti (ambito nel quale ha maturato una collaborazione ultraventennale con l’editore Sergio Bonelli, avendo al suo attivo oltre 100 storie per albi di Dylan Dog, Tex, Nathan Never, Dampyr e Martin Mystère) - è qui alla sua seconda prova narrativa, (dopo Un caso come gli altri, 2016, sempre per E/O), dove offre una storia piana narrata in prima persona dalla voce dell’umorale, per non dire irascibile, protagonista, che fluisce dalla sorgente alla foce senza scossoni, lineare nel linguaggio e nell’esposizione, dove l’interesse del lettore è alimentato dall’intreccio fra la trama nera (a base di ricatti, sospetti, minacce) e quella rosa (con lui che s’invaghisce della sua femme fatale fin dal primo momento che la vede aprire bocca). Sullo sfondo, la tragedia che ha segnato il protagonista imprimendogli la torsione che lo ha reso un alcolista sempre in bolletta, ma tutt’altro che inservibile (egli riesce anzi a spuntarla proprio nel suo compito più importante, come il Sughrue de L’ultimo vero bacio di Crumley, cui Ruju sembra occasionalmente strizzare l’occhio).
Pasquale Ruju, Nero di mare, ed. E/O, 2017
(«Mangialibri», 21 luglio 2017)
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