Il dissidio tra libertà e sicurezza - viste intransigentemente come valori assoluti - è vecchio come il mondo e pone la domanda, ad oggi inevasa, su quanta libertà si possa consentire ai singoli in una società, senza che questa metta in discussione la sicurezza di quegli stessi singoli (finendo per distruggere la libertà di partenza e avvitandosi in un controproducente circolo vizioso). In altri termini, la stessa questione può essere posta nei termini: quanta sicurezza è necessario garantire (si legga: di quanto è necessario limitare la libertà dei singoli) affinché la libertà dei singoli possa essere garantita?
Piero Borzini*, nel suo ultimo Non fare troppe domande (ed. Ledizioni) ben consapevole che il problema non può venir risolto in maniera generale per via filosofico (né liquidato per via dialettica), si ricollega alla tradizione letteraria (non disdegnando di attingere al cinema, quando necessario) della distopia per prendere in esame il dilemma e le sue soluzioni possibili (nel bene e nel male) nelle situazioni estreme in cui i romanzieri hanno collocato la propria indagine. Ne viene fuori una trattazione suggestiva e molto personale nella quale la conclusione apodittica cede il passo all’invito alla riflessione collettiva, in un mondo sempre più liquido (per dirla con uno dei pensatori cari all’autore) e soggetto a costante rinnovamento, il quale ultimo costringe a rinnovare di continuo non solo le soluzioni, ma gli stessi punti di vista nei quali esse erano state pensate. Con la Prefazione di Olivera Z. Mijuskovic, dell’Università di Belgrado, la Postfazione di Felice Accame, docente di teoria della Comunicazione e un Epilogo di Vincenzo De Florio, ricercatore dell’Università di Antwerp.
Indice dei titoli affrontati: Metropolis – Il mondo nuovo – Ritorno al mondo nuovo – Tempi moderni – Noi – 1984 – Fahrenheit 451 – La macchina del tempo – Cronache marziane – La fattoria degli animali – La città del sole – La nuova Atlantide – L’altra parte – Due sogni. Il sogno di Mercier e quello di Mantegazza: l’anno 2440 e l’anno 3000.
* Piero Borzini, nato nel 1950, laureato in medicina. Una carriera ospedaliera dedicata all’immunologia, al trapianto, alla terapia rigenerativa. Terminata l’attività ospedaliera, si è dedicato a discipline all’interfaccia tra l’antropologia e le scienze biomediche: l’evoluzione biologica, l’evoluzione culturale, l’evoluzione del linguaggio, la storia della biologia. Ha pubblicato due libri con Aracne (Roma) Immunologia, evoluzione, pensiero; Diventare umani; un altro (William Bateson, l’uomo che inventò la Genetica) presso Biblion (Milano). Da qualche anno pubblica articoli (Working Papers) per Methodologia on line, rivista della Società di cultura Metodologico-Operativa.
P. Borzini, Non fare troppe domande, ed. Ledizioni, 2016.
(«Filosofia e nuovi sentieri», 15 novembre 2016)
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