Parigi come città, Parigi come modo di vivere, di essere, di percepire. L’eccellenza storica, la mediocrità quotidiana; i grandi monumenti - quello per cui la si ricorda, la si celebra, con cui, erroneamente, la si identifica - e le piccole sciatterie; la piena luce del giorno ormai fatto, il buio della sera e di tante aspettative soffocate. Parigi non è né solo un posto geografico né solo un luogo dell’anima, e nemmeno semplicemente un insieme di tanti volti, visti o immaginati: Parigi è un caleidoscopio di potenzialità e di storie in cui, come in un ingannevole gioco di specchi, ogni immagine sembra rimandare a un’altra, il cui cerchio però non si chiude mai… Il turista non è lo stesso che il viaggiatore: mentre il primo si chiede “Dove sono?”, l’altro si domanda: “Chi sono?” Passiamo la giornata a “viaggiare”, spostandoci freneticamente verso luoghi di lavoro (spesso inutilmente) distanti, facendo gli “autisti di professione” nell’accompagnare i nostri figli in ogni dove, “navigando” in internet e nel mare di informazioni che i mille media intorno a noi ci mettono a disposizione: senza riuscire ad afferrare che la realtà del viaggio - quello vero - sta nel nostro cuore, non nel nostro passo...
Parigi come essenza inquieta, multiforme, inafferrabile e irriducibile; il nomadismo come condizione e come aspirazione (o come frustrazione) per l’uomo moderno. L’altrove quotidiano, breve raccolta di 2 racconti lunghi (il secondo è omonimo; l’altro è “Promenades 1990”) è un libro in cui, tecnicamente, non succede niente: nessuna storia viene raccontata, nessun personaggio emerge e si staglia sullo sfondo. Il racconto, in forma di brevi paragrafi, cerca di rendere l’impressione del movimento attraverso la ripresa di scorci continuamente interrotti e rimontati, che possono anche non dispiacere - il linguaggio è interessante e si nota la cura riposta dall’autore - ma che di fatto, come dire, non vanno da nessuna parte. Un tipo di scrittura che vince la prova dell’audacia ma perde la sfida se accostato a predecessori illustri come Le città invisibili: qui, a differenza che in Calvino, non si intravede nessuna logica costitutiva e, soprattutto, nessuno scopo. «La spiaggia deserta. Gli ombrelloni chiusi sono pali d’ormeggio per imbarcazioni pronte ad affiorare dall’oscurità di un cielo senza orizzonte. Quando la brezza notturna è un alito fresco che sfiora i capelli, ti sembra di afferrare il senso profondo dello spettacolo e ti compiaci dell’estraneità, di quella lontananza che accomuna tempi e luoghi, confusamente. Dove si perde la consistenza delle cose, ogni luogo è pronto a trasformarsi nel ricordo, nella parodia di se stesso»: insomma, può anche non dispiacere, ma è dura da seguire per pagine e pagine. Una lettura letteralmente “diversa”, non premiata da un’edizione digitale in cui manca perfino il colophon.
Stefano Iatosti, L’altrove quotidiano, ed. Enzo Delfino, 2016.
(«Mangialibri», 28 giugno 2016)
Modulo di contatto
Etichette
aforismi
Alex Zanotelli
altrui cose
Ambiente
Bambini
Bauman
Bellet
biografia
Brunetta
Bullismo
C'è un sole che si muore
Carlo Sini
Cinema
Claudio Fava
Claudio Fracassi
ControCorrente
Daniele Sensi
Desaparecidos
Diego De Silva
Dio perverso
Dipendenze
disabilità
don Andrea Gallo
don Luigi Merola
don Paolo Farinella
e-book
Economia
Educazione
Ennio Remondino
esercito
Etica d'impresa
eventi
Facebook
Fantascienza
Filosofia
Filosofia della scienza
Foto
Fumetti
Galapagos
Geografia
Giochi
Giulietto Chiesa
Giuseppe Miserotti
Giuseppe Onufrio
Goffredo Fofi
guerra
Guerra e pace
Hegel
Heidegger
i piccoli
Idiosincrasie
Il Partito dell'Amore
il telefonino
Illich
Immigrazione
In che mondo viviamo
Incendi in Russia
Internet
L'azzardo del gioco
L'economia come la vedo io
La Chiesa che non capisco
La guerra è guerra
La piaga del nucleare
La verità cammina con noi
le cose si toccano
Letteratura
lettere
Levinas
Libertà di stampa
Linguaggio e realtà
Luciano Gallino
Luigi Zoja
Mafia
Malainformazione
manuali
Marx
Massimo Cacciari
Massimo Scalia
Massoneria
Matematica
Maurizio Torrealta
Mondo
Morin
Musica
My Last Slating
Noir&Giallo
Novità
Nucleare
Pancho Pardi
Panikkar
Paolo Scampa
Parcheggiatore abusivo
pedagogia
Pietro Barcellona
Pippo Civati
Pirateria somala
poesia
Politica
psicologia
Pubblicità
Racconti e poesie
Religione
Riccardo De Lauretis
Roberto Carboni
Scienza
Scuola
Scusi può ripetere?
Sergio Manghi
Società
sport
Stefano Santasilia
Storia
Teatro
Tecnofollie
Tonino Drago
Vincenzo Pepe
Virtù del pubblico - Vizi del privato
Vito Mancuso
War
Powered by Blogger.