Il gigantesco e splendido lavoro di Oscar Brockett (qui offerto al lettore italiano in un volume unico di oltre ottocento pagine, rilegato a filo, con un nutrito apparato iconografico e fotografico) ripercorre la storia del teatro dalle origini (Egitto, Grecia, Roma) ai giorni nostri (l’ultimo capitolo arriva a coprire l’inizio del terzo millennio), e lo fa nell’unico modo possibile: andando oltre la storia stessa, nel tentativo di cogliere l’estetica che ne trapela. Perché il teatro è in primo luogo una forma d’arte: e rinunciare alla sua essenza, a causa del fatto (o con l’alibi) che il suo oggetto è sempre materialmente assente (di fatto, il teatro svanisce al termine della rappresentazione; e volerne dar conto a posteriori è un po’ come cercare di fare la critica di un brano musicale che non si è mai ascoltato), significa rinunciare a comprenderlo veramente. Lo studio proposto, pensato per gli studenti delle università americane (ma qui adattato alle esigenze di quelli italiani, grazie all’ottima cura di Claudio Vicentini, che ha tra l’altro rivisitato e aggiornato la bibliografia), spicca per il suo taglio pratico e per il suo linguaggio chiaro e immediato (merito anche della traduttrice italiana). Una riflessione a trecentosessanta gradi sul teatro e sulla sua specifica “anomalia estetica”. Consigliato.
O. Brockett, Storia del teatro. Nuova edizione italiana, ed. Marsilio, 2016.
(«Mangialibri», 22 aprile 2016)
