mercoledì 23 marzo 2016

A. Grun, Avidità, ed. Messaggero, 2015


Da Avidità, di Anselm Grun, ed. Messaggero, 2015:
«Da quando esiste il genere umano, il tema dell’avidità è sempre attuale. L’uomo è contrassegnato da una bramosia di voler possedere sempre di più, di non essere mai contento di ciò che gli viene dato. L’avidità – come dicono ad esempio i saggi della Grecia – danneggia la salute della persona, la rende simile alle bestie. E inoltre distrugge le fondamenta della comunità umana, è la causa prima di lotte e di guerre. Tutti i saggi di questo mondo hanno descritto l’avidità e indicato le vie attraverso le quali una persona può liberarsi dall’avidità, sia che si tratti del Buddismo, che considera la bramosia del desiderio come la fonte vera e propria del dolore, sia che prendiamo in considerazione la filosofia greca o romana, oppure i saggi dell’Antico Testamento, nei quali si congiungono la sapienza greca ed ebraica. Tuttavia, accanto ai suoi elementi distruttivi, l’avidità ha in sé anche qualcosa di stimolante e di piacevole».

Anselm Grun, monaco benedettino ed esperto consigliere spirituale, è tra gli autori cristiani più conosciuti e amati del nostro tempo. Molte delle sue opere, bestseller internazionali, sono state pubblicate in Italia dalle Edizioni Messaggero Padova.

(23 marzo 2016)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano