mercoledì 6 gennaio 2016

V. Mancuso, Dio e il suo destino, ed. Garzanti, 2015

Cosa ha da spartire il Dio cristiano con la vita degli uomini sulla terra? Perché mai - se Dio rimane quell’“onnipotente” che tutto fa a suo piacimento, senza dover dar conto a nessuno, nemmeno ai più alti ideali del bene da lui stesso propugnati - dovremo preoccuparcene? La religione ha qualcosa da dire all’uomo perché questi se ne giovi, o è al contrario una specie di fardello che, per dovere, l’uomo non può caricarsi sulle spalle, a dispetto di ogni ragionevolezza? Ma poi: è solo un problema del cristianesimo, o non lo è forse di tutti i monoteismi? E infine: che ne sarà del Dio onnipotente - che per il suo essere “al di là del bene e del male” fa pensare più a Nietzsche che al Vangelo - all’alba di un terzo millennio sempre più insofferente - e motivatamente - al principio di autorità? Mentre le religioni monoteiste continuano a mietere vittime su scala globale, e proprio per mano di coloro che sembrano prenderle maggiormente sul serio...

Non c’è bisogno di concordare puntualmente con ciascuna delle sue tesi per ammettere che Vito Mancuso è una voce salutare e forse necessaria nell’attuale panorama culturale italiano. In questo nuovo libro colpisce lo sforzo di mantenersi nell’alveo della scientificità della trattazione, ma di farlo con un linguaggio narrativo, accessibile al lettore che - pur non addetto ai lavori - abbia voglia di capire che ne è di Dio nel nostro tempo. Un tempo che evolve rapidamente e in maniera spesso imprevedibile, e che proprio per questo ha quanto mai bisogno di integrare i saperi - scientifico, sociologico, filosofico, teologico… - in una visione quanto più possibile compatta e coerente. Il Dio dell’uomo, come lo si percepisce oggi, non può non essere Dio per l’uomo: l’idea di Dio come “padrone” dell’universo (secondo un’immagine tipicamente ebraica che il cristianesimo ha ben volentieri fatto propria) va ripensata e a fondo. Questo volume - che prosegue l’impresa cominciata con il precedente Io e Dio, nel quale l’autore poneva le basi di teologia fondamentale di questo discorso - è uno studio di teologia sistematica che affronta domande come: “Chi è Dio?” “Qual è il suo nome?” “Qual è il suo rapporto con li mondo e qual è il modo di parlarne più adeguato alla sua natura?” Saggio che porta avanti l’intento fondamentale dell’autore: liberare la coscienza dell’uomo dalle gabbie teoriche ed etiche che dai secoli e millenni scorsi sono arrivate fino alle religioni di questi giorni. Fortemente consigliato.



V. Mancuso, Dio e il suo destino, ed. Garzanti, 2015.


(«Filosofia e nuovi sentieri», 6 gennaio 2016)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano