Diana Lama scrive qui in coppia con Vincenzo De Falco, aggiudicandosi nell’ormai lontano 1995 il prestigiosissimo Premio Alberto Tedeschi-Giallo Mondadori “per il contrasto tra l’amenità dell’atmosfera dei luoghi e la violenza delle passioni dei loro abitanti”. Romanzo già maturo nella forma e nello stile (tanto che la figura del protagonista, il burbero e disincantato - ma anche ligio ed empatico - maresciallo Bagnasco, tornerà in altre due opere). I personaggi e i luoghi sono ben tratteggiati, ma ancor più lo è una comunità (immaginaria: Carpinate non esiste sulla carta geografica) iperframmentata dalla suddivisione in frazioni e fazioni di ogni genere. La leggenda vuole (ma c’è chi giurerebbe trattarsi della pura verità) che il romanzo, così come scritto inizialmente dai due autori, fosse intriso di napoletano; e che l’allora editor del Giallo Mondadori avesse richiesto la “traduzione in italiano” di tutte le parti dialettali. Col senno di poi, si trattò di una scelta poco lungimirante: Montalbano non era ancora decollato e forse avremmo potuto vederlo rivaleggiare con il suo collega di stanza al nord. Opera prima che - nonostante la poderosa ondata internazionale di giallo degli ultimi vent’anni - mantiene intatto il proprio smalto. Fortemente consigliato (a chi riesca ancora, ahimè, a reperirne fortunosamente una copia).
V. De Falco, D. Lama, Rossi come lei, ed. Mondadori, 1995.
(«Mangialibri», 25 gennaio 2016)
