mercoledì 27 gennaio 2016

A. Arienzo e G. Borrelli (a cura di), Dalla rivoluzione alla democrazia del comune, ed. Cronopio, 2015

Al tempo della fine dell’ideologia, questa non muore: si fa trasparente. “Scompare”, sì; ma solo alla vista. Ecco che con la conclusione dell’utopia comunista (ma è veramente conclusa, quell’esperienza? O non ha forse soltanto - come sostiene ad esempio Boris Groys - cambiato pelle?), non rimane che il fatalismo neoliberista (quello per il quale questo mondo è il meno peggiore dei mondi possibili, perché… non ci sono alternative) e, con esso, l’asservimento dell’uomo al meccanismo della macchina economica. Qualunque cosa si pensi di idee e termini apparentemente desueti - come “beni comuni”, o “rivoluzione” - resta il fatto che qualsiasi liberazione dell’uomo dalla tirannia del denaro (come chiamare altrimenti la morte per fame di tanti individui, in un mondo che non ha mai prodotto - e sprecato - tanto cibo come oggi?), passa per il recupero della dignità personale di ciascuno: in termini teorici, ciò significa ripensare la soggettività…
L’ottimo volume Dalla rivoluzione alla democrazia comune (ed. Cronopio), curato da Alessandro Arienzo e Gianfranco Borrelli (che firmano, oltre ai saggi di rispettiva competenza, le illuminanti note introduttive), si pone come obiettivo quello di formulare una «proposta di avvio di un’accurata indagine sulle trasformazioni nelle categorie di lavoro/singolarità/desiderio»; ma poi si spinge molto più in là, nel delineare una trattazione transdisciplinare che approda alla filosofia politica dopo essere passata per l’analisi psicologica, economica, epistemologica. Come ad esempio nell’eccellente saggio di Pierluigi Ametrano, dove il paradosso della nostra società “al contrario” mostra la sua faccia più inquietante nelle nostre vite pervase dal gergo tecnico (a suon di dashboard, hashtag, widget ecc.) e da internet e le sue abitudini; e opera un nuovo aberrante rovesciamento nella creazione di quella “esterna intimità” tipica della falsa confidenzialità intrinseca ai social network.
Una proposta da prendere sul serio, un volume di cui discutere a trecentosessanta gradi.

Indice: Alessandro Arienzo, Gianfranco Borrelli, “Note introduttive” - Toni Negri, “A proposito di costituzione e capitale finanziario” - Carlo Vercellone, “Capitalisme cognitif et revenu social garanti comme revenu primaire” - Egidius Berns, “Temps économique et singularité” - Alessandro Arienzo, “Il lavoro del comune” - Francesca Coin, “Disfare il soggetto neoliberale” - Pierluigi Ametrano, “Soggettività 2.0” - Angela Polverino, “La metropoli del comune” - Lorenzo Coccoli, “Il comune contro la proprietà. Spunti per una critica democratica del dispositivo proprietario” - Gianfranco Borrelli, “Per una democrazia del comune. Processi di soggettivazione e trasformazioni governamentali all’epoca della mondializzazione”.


A. Arienzo e G. Borrelli (a cura di), Dalla rivoluzione alla democrazia del comune, ed. Cronopio, 2015.

(«Filosofia e nuovi sentieri», 27 gennaio 2016)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano