sabato 28 novembre 2015

A. Minnella, Una mala jurnata per Portanova, ed. Frilli, 2015

«L'osservai: era una comune busta bianca con il mio nome sopra. M'alzai, presi il tagliacarte dalla scrivania e l'aprii. Lessi: FATTI I CAZZI TUOI O FARAI UNA BRUTTA FINE. Trasalii. La grafia era sciatta, confusa. "Chi te l'ha portata?" Camurro si fece prendere dal panico. Un Portanova arrabbiato doveva mettere paura pure a una bestia selvaggia. Figuriamoci a Camurro. "Nessuno. L'ho trovata davanti all'entrata - balbettò. - Qualcuno deve averla lasciata per terra»


Siamo nella Siracusa del 1964, è giugno e ci sono circa 16 gradi nell'aria. A tutti gli abitanti del luogo, avvezzi a ben altro clima, è chiaro che quella temperatura polare reca con sé qualcosa che non va. La sera stessa, infatti, viene pescato al porto il cadavere di un ragazzo. Che non è morto in acqua, a quanto pare: la ferita alla gola dice che il giovane è stato gettato lì già morto...
seconda avventura per il commissario Portanova e per il suo autore, Alberto Minnella, agrigentino classe '85 che - seppur con qualche imprecisione - porta avanti l'interessante esperimento linguistico di riprodurre sincreticamente sulla pagina la parlata della Sicilia intera. Con Frilli l'autore ha già pubblicato, nel 2013, Il gioco delle sette pietre, romanzo d'ingresso del commissario Portanova.


A. Minnella, Una mala jurnata per Portanova, ed. Frilli, 2015.

(«Pagina3», 28 novembre 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano