
In questo primo volume di una trilogia dedicata all’argomento, Alan Hart - giornalista inglese che nel corso della sua esperienza come corrispondente estero ha avuto occasione di incontrare personalmente Golda Meir e Yasser Arafat, protagonisti storici del dibattito arabo-israeliano, e di conoscere i retroscena della loro strategia politica - mette in discussione tanto la teoria (esiste veramente un’identità ebraica da difendere e da preservare? O, come alcuni ebrei illustri sostengono, tale identità è una costruzione meramente artificale?) quanto la pratica del sionismo (è veramente buono per gli ebrei? O non è forse un fattore di rischio per le loro stesse condizioni e prospettive di vita?), con l’intenzione di mostrare che ogni presunta ragionevolezza - o addirittura rivendicazione di necessità - si infrange contro ragioni di Stato che hanno a che fare con interessi e ambizioni di potenza, più che con il desiderio di convivere pacificamente e prosperamente in medioriente; con l’inganno e la menzogna, più che con la logica e il buon senso. Saggio impegnativo e ben documentato, che non nasconde la propria decisa posizione dietro un’insostenibile pretesa d’imparzialità.
A. Hart, Sionismo. Il vero nemico degli ebrei (vol. 1), ed. Zambon, 2015.
(«Mangialibri», 23 novembre 2015)
