giovedì 18 giugno 2015

R. Allegretti, Il mistero di Piazza Mercato, ed. Pironti, 2015

«Ma come mai il conte non rientrava da tre giorni? Questo era allarmante! Se un uomo non si vede in giro per molto tempo, la prima cosa cui si pensa non è la morte, ma che stia a casa ammalato o per altre ragioni. Invece mancava proprio da casa sua! Tutto ciò era inquietante. Quale poteva essere il motivo? Era veramente morto? mentre i due ancora discutevano, da lontanno si udì la voce forte e chiara di un castagnaio che diceva con la testa bassa e il volto pallido: “Un soldo a coppitiello e quell'amico dorme ancora!”»


Raffaele Allegretti, venticinquenna napoletano alla sua prima impresa narrativa, consegna un noir d'ambientazione ottocentesca in cui l'improvvisa scomparsa di un notabile è solo il primo di una serie di eventi delittuosi che collegano i protagonisti. Scritto con un linguaggio che preferisce la chiarezza alla fluidità e la precisione al ritmo (e che forse risente un po' del twist teatrale dell'autore - ma, ehi: è un'opera prima!), Il mistero di Piazza Mercato si fa notare per la notevole e inconsueta padronanza del dialetto napoletano e per la forma complessiva, pulita e solida.


R. Allegretti, Il mistero di Piazza Mercato, ed. Pironti, 2015.

(«Pagina3», 18 giugno 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano