Il parcheggiatore abusivo non l’abbiamo inventato noi, tra Napoli e Caserta, alla fine degli anni ’80. Chi non ricorda Vittorio Gassman in C’eravamo tanto amati, che finge di fare il povero guardamacchine disperato di fronte a un contristato e attonito Nino Manfredi all’oscuro della verità? Era il 1974, e c’è da credere che la cosa fosse nota già da prima e probabilmente non (solo) da noi. Da allora però il fenomeno si è molto evoluto e se in principio si trattava forse veramente di poveracci dediti a una forma nuova di accattonaggio, oggi è ben noto che si tratti di persone legate - in qualche modo, ma di certo economicamente - alla criminalità organizzata (non solo in Campania).
Fenomeno che è sempre più difficile colpire: esercitare l’attività di parcheggiatore abusivo non è reato. Quindi non puoi arrestarlo. Potresti colpirlo dove gli fa più male: sottraendogli l’incasso. Ma anche qui hanno trovato il modo di aggirare l’ostacolo: dapprima tenevano in disparte dei bicchieri con i soldi dentro, poi hanno organizzato vere e proprie “staffette di bambini” che a orari regolari della giornata prelevano i soldi e li portano “altrove” (questo lo si dica a scanso di equivoci, ove ancora qualcuno pensasse che la loro sia un’iniziativa individuale, anziché un’organizzazione).
Non si sa più che fare. Proverei allora a procedere per esclusione, cominciando a eliminare le idee che - per motivi tecnici, o di legge - non si possono mettere in pratica. Escluderei quindi la prassi di Michele Emiliano, già sindaco di Bari e ora presidente (non “governatore”: non siamo mica negli States!) della Puglia, che pare abbia preso a schiaffi un parcheggiatore abusivo (secondo la «Gazzetta del Mezzogiorno»), in tempi recenti, guadagnandosi l’appellativo di “sindaco sceriffo” (aridaglie co’ ’sti States). Ed escluderei l’idea di utilizzare i pompieri per sparare litri di acqua e vernice sui parcheggiatori abusivi.
Visto che proprio non si sa cosa fare, mi permetto di avanzare io un’altra ipotesi: organizzare un grande progetto di servizio civile per i giovani disoccupati che li metta a frotte per strada in tutti i posti dove non ci sono strisce blu (tanto sappiamo bene gli abusivi dove si piazzano). Centinaia di giovani, organizzati dal comune e patrocinati dalle associazioni di Caserta: tu gli dai un’offerta a piacere (come se si trattasse di una qualunque campagna di volontariato sociale) e loro ti rilasciano la ricevuta. Visto il traffico di moneta generato dagli abusivi, non ci dovrebbero essere problemi a coprire con questi incassi la remunerazione dei giovani, ai quali si darebbe volentieri “qualcosa di spiccioli” di propria spontanea volontà, anziché per costrizione 2 euro dietro minaccia di ritorsione.
Lo so che siamo alla frutta, ma facciamoci venire in mente qualcosa. Oppure dovremo passare il resto della nostra vita a sentirci dire che è meglio fare il parcheggiatore abusivo anziché andare a rubare. Ma pecché - vorrei rispondere: - vuje mo che state facenno?
(«Il Caffè», 19 giugno 2015)
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