Un altro libro sulla Resistenza e sul periodo dell’occupazione nazifascista, ebbene sì. A volte c’è bisogno di ripetere le cose affinché vengano capite bene; affinché, soprattutto, si imprimano nella memoria. E c’è bisogno di chi sappia raccontarle, spiegarle, commentarle nuovamente in maniera chiara e circostanziata. Aldo Cazzullo è uno di questi: la sua esposizione lineare fa in modo che il discorso fluisca nonostante la mole dei dettagli biografici e delle considerazioni storiche. C’è bisogno di ricordare che la Resistenza non è patrimonio della sinistra politica, né di qualche nostalgico: la Resistenza è patrimonio di tutti gli italiani, perché è stata fatta da tutti gli italiani (graduati, preti, casalinghe, religiose…) per il bene di tutti gli italiani. È vero che il torto non sta mai da una sola parte, figuriamoci in guerra. Non di meno la scelta di Salò fu quella sbagliata, mentre giusto fu prendere la via delle montagne. C’è bisogno di chi esponga le cose con questa sintesi. Cazzullo lo fa e lo fa bene, offrendo in un’ampia sezione conclusiva tante testimonianze inedite raccolte in prima persona via social network; a sancire che della Resistenza c’è ancora tanto da dire. E che quel lavoro, anche dopo settant’anni, non è ancora terminato.
A. Cazzullo, Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza, ed. Rizzoli, 2015.
(«Mangialibri», 25 giugno 2015)
