Nishimura ruba. L’ha sempre fatto, fin da piccolo, e conta di continuare a farlo. Verrebbe da dire che non sa fare nient’altro - e che non saprebbe come tirare avanti altrimenti - ma la verità è che è bravo. Più precisamente, lui è un borseggiatore, e ha imparato a sfilare portafogli con precisione e leggerezza insuperabili; in più, ha una sua etica indefettibile: ruba solo ai ricchi. Potrebbe tirare avanti così fino alla fine dei suoi giorni, ma poiché non c’è niente di meno sicuro di ciò che dai per scontato, arriva un imprevisto fra capo e collo: c’è un lavoro da fare, glielo ha chiesto il suo amico di sempre, quello che aveva dato per morto e che ora lo ricontatta. Furto in appartamento: non è il suo genere, ed è rischioso; ma non può veramente dire di no al suo compagno di sempre, e men che meno può dirlo al perfido e potentissimo Kizaki: potrebbero esserci delle conseguenze...
Esistono libri che sembrano scritti già bell’e pronti per diventare qualcos’altro: un film, ad esempio. Questo sembra scritto apposta per diventare un fumetto. Una graphic novel, di quelle a china, scurissime e con i protagonisti sempre a testa bassa. Perché purtroppo - nonostante stiamo parlando di un autore acclamato - siamo di fronte a una storia poco originale (il solito “ultimo lavoro” potenzialmente letale) e a dei personaggi a due dimensioni (dall’approfondimento psicologico talmente scarno che le poche divagazioni in tema di etica - o, addirittura, di metafisica - appaiono stucchevoli). Nessun intreccio per una trama lineare che si mentirebbe a definire noiosa (e si sarebbe ingiusti a dimenticare quanto siano divertenti le rocambolesche acrobazie del protagonista nel compiere missioni impossibili come rubare un plico cucito in un cappotto); ma che, pur suscitando l’interesse, non esalta. Sul versante editoriale, diversi sono i refusi (in un caso c’è anche di peggio: “cechi” invece che “ciechi”). Era legittimo aspettarsi qualcosa di più da un autore pluripremiato in patria che con questo libro (nella traduzione inglese) è stato finalista al “Los Angeles Times Book Prize” 2012.
Nakamura Fuminori, Tokio noir, ed. Mondadori, 2014.
(«Mangialibri», 21 maggio 2015)
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