«MacLean avvitò per bene il tappo della sinuosa bottiglia, apparentemente dorata, complice il riflesso della luce che oltrepassava il colore paglierino e imbrunito del whisky. Poi, senza aggiungere nulla, prese il suo drum, in cui aveva appena versato due dita del suo scotch preferito e ne bevve un sorso, lasciandosi sorprendere dall’aroma iniziale, sino a gustarselo nella sua integrità, e aggiungendo un saluto ai suoi amici in puro gaelico scozzese: “Uisge beatha”, per inneggiare all’acqua della vita».
Un thriller d’ambientazione svizzero-scozzese che ha a che fare con un sequestro e un ricatto sui cui dettagli qui non ci si dilungherà: Manuela Mazzi - autrice di diversi romanzi, che ama spaziare tra generi diversi - ha già ricevuto svariate recensioni, anche entusiastiche, che è facilmente possibile reperire in rete per farsi un’idea della storia (ove ciò non bastasse, l’invito è a visitare il sito dell’autrice). Qui si annota invece che il suo eclettismo le permette un tono vivace e uno stile (pur non impeccabile, che risente della mancanza di un editing all’altezza) abbastanza libero dai cliché del settore. Godibile e non banale, soprattutto nella ricerca dell’accuratezza della contestualizzazione, marcata anche dall’uso ricorrente di espressioni in lingua gaelica.
M. Mazzi, Il segreto della Colomba, ed. Photo Ma.Ma., 2013 (2a ed.).
(«Pagina3», 21 aprile 2015)
Paolo Calabrò
Filosofia e Noir
Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano