«Papa Borgia anziché dir messa allestisce un’orgia» si diceva secoli fa. Dove? Ma a Roma, ovviamente: la capitale della cristianità, di quella religione che, dopo aver elevato l’Amore a divinità, ne ha poi affidato la cura a pastori di ben dubbia adeguatezza e a faccendieri porporati dediti unicamente ai propri interessi personali e finanziari. Qualunquismo? Può darsi; ma se è così, si tratta pur sempre di un sentimento trasversale e condiviso: ci si potrebbe aspettare che Lutero, padre del protestantesimo, dica della “città eterna” che essa è «costruita sopra l’inferno», o che Nietzsche ne parli come del «luogo più indecente al mondo»; ma non ci va più piano Fellini, nel chiamarla una «città in decomposizione», o Moravia, nel definire i suoi abitanti un «popolo di teppisti che decapitano le statue», o ancora Guido Piovene, nel chiamarla «corruttrice», o Joyce, che con una splendida immagine ne parla come di una città che «vive sulla rovina, come un uomo che si mantenga col mostrare ai viaggiatori il cadavere di sua nonna». Per Italo Calvino è una «città immondezzaio» e per Ennio Flaiano «vivere a Roma è un modo di perdere la vita». Insomma, cos’è Roma? La città più antica e bella del mondo, o un luogo che - sotto l’insegna del Bene - cela la sua anima più devastante e malvagia?
Se Alessandro VI apre questa rassegna di racconti-considerazioni sulla doppia anima della capitale del mondo, la chiude l’immagine ambigua fino all’indignante di Enrico De Pedis, sepolto - in deroga al diritto canonico - nella basilica di Sant’Apollinare, in qualità di “benefattore dei poveri”. Ontologicamente maligna - oltre che fisicamente barbarica - nell’opera di Artaud, città più satanista d’Italia (altro che Torino) nell’opinione del sacerdote esorcista Gabriele Amorth (per il quale lo stesso Vaticano sarebbe pieno di agenti di Satana infiltrati e camuffati dietro ai loro preteschi abiti)... Questo libro di Costanzo Costantini (1924-2014), per molti anni redattore culturale de «Il Messaggero», è un insieme di immagini suggestive della Roma più “nera”, che non va per il sottile e non teme di parlare facendo nomi e cognomi. Con la Prefazione di Marina Ripa di Meana e un ricordo introduttivo del figlio Daniele.
C. Costantini, Roma città satanica, ed. Iacobelli, 2015.
(«Mangialibri», 8 aprile 2015)
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