La Russia (o quel che ne rimane) è una dittatura. La Russia ha superato le più fosche previsioni fantapolitiche di Orwell. La Russia gioca un ruolo destabilizzante sullo scacchiere internazionale. La Russia è una potenza contraria tanto all’Europa quanto all’America. La Russia… Parlare male della Russia è facile, a buon mercato, quasi spontaneo: la faccia di Putin difficilmente ispira simpatia “a pelle” e il repertorio di stereotipi antisovietici è ben ricco e in continuo aggiornamento. Eppure quest’immagine non resiste a un’occhiata più attenta: da almeno quindici anni questo Paese ha assunto un governo stabile e democratico (a modo suo, ovviamente: non esistono al mondo due democrazie uguali, come non lo sono ad esempio quella italiana e quella americana), che gli ha permesso di diventare un partner commerciale affidabile per l’Europa (indicativo il caso del gas). Alla prova dei fatti quella critica sembra più una tetra caricatura scritta a tavolino per creare il “nemico reale” che, dopo l’89, era sempre più difficile rinvenire nell’“orso russo”: non sarà per caso che qualche altra forza politica internazionale stia facendo di tutto per piegare - tanto con la propaganda quanto con le armi, volendo interpretare in tal senso quel che succede in Ucraina - uno dei maggiori baluardi che ancora osano sfidare l’avanzata globale del pensiero unico a stelle e strisce?
La demonizzazione della Russia - spiega Paolo Borgognone in questo ponderoso volume che prende giustamente tutto lo spazio necessario ad affrontare in maniera scientifica, ma non tecnicistica, un problema cruciale e complesso come la comprensione della Russia contemporanea - non è altro che una operazione di marketing finalizzata a vendere il solito prodotto: “Statunitense è meglio”. Borgognone guarda la Russia al microscopio, esamina nel dettaglio più minuto le tante correnti e sub-correnti di partito e indaga con acribia i fenomeni culturali e sociali che ne hanno caratterizzato l’evoluzione, da Femen a Pussy Riot, dal ruolo della stampa (anche italiana) a quello delle lobby. Uno studio pregevole (dotato di una bibliografia di oltre 400 titoli e di un apparato di oltre 2.200 note a piè di pagina, oltre che della Prefazione di Giulietto Chiesa), a cavallo tra la storia e la filosofia politica, che non si prefigge a sua volta una propaganda anti-americana: l’obiettivo dichiarato - e raggiunto - è invece mostrare come la Russia - attraverso le tante fasi della sua storia recente - sia riuscita a formarsi un’idea chiara che può essere quanto mai utile a tutto l’Occidente: l’alternativa alla mondializzazione liberistica esiste. Immaginare lo sviluppo dei prossimi decenni, o provare a indirizzarlo, passa necessariamente dalla comprensione di questa alternativa. La vera sfida di questi tempi è riuscire a farlo senza pregiudizi.
P. Borgognone, Capire la Russia, ed. Zambon, 2015.
(«Mangialibri», 30 marzo 2015)
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