Nata nel 1981 e chiusa solennemente in Vaticano nel 1992, la Pontificia Comissione di Studio sul caso Galileo ha condotto i suoi lavori attraverso l’esame dei documenti d’archivio, il dibattito e lo scontro su dati e opinioni, battute d’arresto e riprese forzate. Questo volume - avvincente e minuzioso nella ricostruzione di quei lavori, che si fregia tra l’altro della Prefazione di Gianfranco Ravasi - appartiene alla trilogia dedicata a Galileo da Mariano Artigas - docente di Filosofia della scienza all’Università di Barcellona e uno dei massimi esperti del protoscienziato, scomparso nel 2006; qui lo studioso solleva tra le altre una questione di grande centralità: come mai la vicenda di Galileo continua a sollecitarci a cinque secoli di distanza? Come mai, ogni volta che sembra chiusa, pare che non si possa fare a meno di riaprirla? Al di sotto di questa questione c’è evidentemente il nodo irrisolto di un cristianesimo che non ha ancora affrontato in profondità il demone della teoria della conoscenza, argomento doloroso e problematico, tanto più in rapprto a una scienza che - dietro la facciata dell’oggettività e della neutralità di giudizio - non cessa di sconfinare nella narrazione mitica, velo di Maya della sua stessa malcelata volontà di potenza.
M. Artigas, M. Sáchez De Toca, Galileo e il Vaticano, ed. Marcianum Press, 2009.
(«Mangialibri», 2 marzo 2015)
