Dalla “Malanina” al “Mammone”, abbiamo qui dieci racconti nei quali la narrazione popolare - più o meno canonica e famosa - viene affrontata non solo nel contenuto, ma anche nell’ambientazione e nella lingua. Progetto ambizioso, inevitabilmente destinato a scontrarsi con dei limiti oggettivi (da nessuno si può pretendere che conosca l’ortografia di tutti i dialetti d’Italia), ma che riesce bene nel suo intento fondamentale: riportare in vita - e in maniera originale, all’interno di contesti completamente nuovi - a storie semisepolte o accantonate, dotandole di autentica suspense. Restiamo in attesa della seconda parte.
L. Musolino, Oscure regioni. Racconti dell’orrore, volume 1, ed. RiLL, 2014.
(«Pagina3», 12 marzo 2015)
