martedì 17 febbraio 2015

V. Nabokov, La vera vita di Sebastian Knight, ed. Adelphi, 1992-2012 (prima edizione digitale)

Sebastian Knight nacque l’ultimo giorno dell’ultimo mese dell’ultimo anno del diciannovesimo secolo. È sufficiente questa singolarità perché se ne narri non solo la sintesi biografica ma addirittura la “vera vita”? La cosa può sembrare dubbia, soprattutto se si considera che il diario consegnato da Olga Olegovna Orlova (sì, è vero, la signora russa aveva chiesto di rimanere nell’anonimato, ma che importa?) è poca cosa: fatti quotidiani di ben scarso interesse, abbondanti (quanto ripetitivi) accenni meteorologici… eppure Knight avrebbe tanto voluto fare lo scrittore - e a suo modo e a sua misura si potrebbe perfino dire che c’è riuscito - ed è paradossale che si trovi tanto poco da raccontare di uno che ha amato dedicare tutto se stesso alle storie…
Vladimir Nabokov è un gigante della letteratura, sarebbe inutile ripeterlo se non fosse per il piacere viscerale di gridarlo ai quattro venti. E quest’opera, appena ripubblicata da Adelphi in versione digitale, spicca per altezza nel ricco panorama delle sue vette narrative (non si tema di dire: anche più di quella che lo ha consacrato al grande pubblico come creatore dell’archetipo della Lolita). Caleidoscopico e pirotecnico, questo romanzo stupisce per l’imprevedibilità e per la forza con cui vengono tirate fuori - senza soluzione di continuità - cose autenticamente inimmaginabili. Una per tutte: il protagonista aveva l’abitudine di non cancellare le frasi da correggere, ma di riportare la nuova versione di seguito a quella obsoleta. Così: «“Essendo un Un dormiglione, Roger Rogerson, il vecchio Rogerson comprò il vecchio Rogers comprò, aveva una tale paura Poiché era un dormiglione, il vecchio Rogers aveva una tale paura di perdersi l’evento. Era un dormiglione. Aveva una tremenda paura di perdersi l’evento la gloria il primo treno la gloria dell’indomani così quello che fece fu di comprarsi e portarsi a casa una di comprare quella sera e portarsi a casa non una ma otto sveglie di grandezza diversa e di diversa potenza nove otto undici sveglie di diversa grandezza che facevano un ticchettio le quali sveglie nove sveglie come un gatto ha nove che mise che facevano somigliare la sua stanza da letto a un”. Purtroppo finiva qui». Nessun commento alla grandezza. Non resta che togliersi il cappello.


V. Nabokov, La vera vita di Sebastian Knight, ed. Adelphi, 1992-2012 (prima edizione digitale).

(«Mangialibri», 17 febbraio 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano