Giancarlo Sturloni, autore di Il pianeta tossico (ed. PianoB), ci mette di fronte all’evidenza (immaginata, ma non immaginaria) di ciò che potrebbe accadere al pianeta - cioè a noi - se insisteremo nel fare finta che il nostro attuale sistema economico e produttivo, tutto sommato, funzioni e possa continuare a farlo. «Il problema del XXI secolo è: o la borsa o il pianeta»: e non perché - egoisti come siamo - ce ne freghi veramente qualcosa di questo pianeta, figuriamoci; ma proprio perché vogliamo salvare la borsa. Sturloni - esperto di comunicazione scientifica e collaboratore della RAI e dell’«Espresso» - ci racconta per immagini e scenari (e dati alla mano) in quale modo atroce potrebbe finire la storia più bella di tutte: quella dell’uomo sulla terra. Avvertendoci che si tratta solo di una sceneggiatura: il film non è stato ancora girato. Sta a noi impedirne le riprese. Il lavoro da fare è tanto, ma alla nostra portata. E forse - dico forse - non è ancora troppo tardi.
G. Sturloni, Il pianeta tossico, ed. PianoB, 2014.
(«Il Caffè», 6 febbraio 2015)
