L’opera dei dossografi - quegli autori antichi che si dedicarono alla raccolta di quanto detto dai filosofi greci (al punto che in certi casi non disponiamo d’altro che delle loro ricostruzioni) - è generalmente considerata un lavoro filosofico secondario, di sfondo, un po’ come se si trattasse di qualcosa di assimilabile agli odierni compendi scolastici, anch’essi a torto ritenuti esito di una mera compilazione. E se in certi casi questo può non essere lontano dal vero, in altri con ogni probabilità lo è, come nel caso del più celebre dei dossografi, Diogene Laerzio, il quale rivolse il suo interesse tanto alle dottrine quanto alle vite dei filosofi. Può la sua dirsi una semplice - per quanto accurata e puntuale - catalogazione di opinioni altrui? O non siamo forse in presenza di un’elaborazione a suo modo originale, che deliberatamente sceglie dove mettere gli accenti e, per così dire, orienta la telecamera al fine di mostrare una precisa tendenza nella filosofia antica?
Luca Girardi, allievo di Giuseppe Girgenti (che qui firma la Prefazione) all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, pubblica la sua corposa tesi di laurea magistrale, studio basato su una solida bibliografia quadrilingue dove emerge uno stile espressivo già maturo. Il cui scopo è mostrare come Diogene Laerzio - in controtendenza rispetto alla dossografia dell’epoca, tutta presa dal trovare un accordo (talvolta funambolico) tra la filosofia greca e il cristianesimo - sia tutt’altro che un semplice divulgatore, proteso com’è a recuperare in quella filosofia il filo rosso che la condurrà all’epicureismo (cioè ben lontano dal cristianesimo, se non addirittura agli antipodi, almeno per certi versi). Lavoro ponderoso curato nel dettaglio, qui nella collana “I Cento Talleri” diretta da Diego Fusaro, rilegata a filo per i tipi dell’editore padovano Il Prato.
L. Girardi, Praeparatio epicurea? Filosofia e dossografia in Diogene Laerzio, ed. Il prato, 2014, pp. 240, euro 15.
(«Mangialibri», 5 gennaio 2014)
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