martedì 27 gennaio 2015

F. Zanello (a cura di), Il libretto rosso di Gesù, Redstar Press, 2014

Red Star Press
Da sempre il messaggio di Gesù è stato accostato al comunismo, al socialismo e a tutte quelle forme politiche più o meno progressiste che mettevano al centro il benessere dell’uomo e la giustizia. Con una certa frequenza (e ridondanza) la politica si è dedicata a estrapolare questa o quella parte del messaggio evangelico per piegarlo (o, meglio, per assolutizzarlo) alle esigenze dell’organizzazione sociale e della distribuzione della ricchezza. In effetti il Vangelo (ma, meglio si direbbe oggi, “I Vangeli”, comprendendo non solo i quattro canonici ma anche gli apocrifi e le ultime fonti scoperte, tra cui la cosiddetta “Fonte Q”) parla spesso della centralità dell’uomo e dell’importanza della solidarietà, al punto da farne il più grande dei comandamenti: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. È sufficiente questo per dire che Gesù fosse un comunista ante litteram? È veramente la rivoluzione il fine ultimo del messaggio evangelico?
«Strappato alla censura ecclesiastica, il “quinto vangelo” di Cristo invoca la giustizia sociale e annuncia la rivoluzione»: così recita il sottotitolo di questo volumetto di Fabio Zanello, ricercatore indipendente che - basandosi sulle fonti a disposizione, dai vangeli sinottici a quelli apocrifi, appunto, da quelle coraniche a quelle patristiche - costruisce un ulteriore vangelo in cui spicca l’aspetto sociale e politico del dettato gesuano. Non che l’idea sia intrinsecamente errata o inadeguata; ma si tratta pur sempre di una operazione parziale ed essenzialmente forzata (per la ristrettezza della prospettiva), rispetto a qualcosa di molto più ampio, che tanto per cominciare afferisce a un orizzonte “aldilà” che non può essere esaurito né nella soddisfazione material-politico-sociale del singolo uomo né in quella dell’intera umanità. Come dire: Marx ha detto spesso cose simili a quelle di Gesù, ma non va dimenticato che il suo intendimento filosofico era essenzialmente (e radicalmente) ateo; parimenti, Gesù si è sempre strettamente mantenuto nell’alveo della continuità della tradizione ebraica (tanto per intenderci… quella che istituisce l’uso della proprietà privata), mentre l’idea comunista fondamentale (non solo di Marx, ma di tutti i suoi epigoni rivoluzionari) è quella della tabula rasa. Insomma, che la giustizia stesse a cuore a Gesù è facile da credere; più difficile è pensare che auspicasse la rivoluzione. Si dia dunque a Cesare quel ch’è di Cesare.


F. Zanello (a cura di), Il libretto rosso di Gesù, Redstar Press, 2014.

(«Mangialibri», 27 gennaio 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano