«Ma un dettaglio poteva aiutarlo: i brandelli dei vestiti. Erano gualciti, sporchi, mangiati dalle larve e dal tempo, ma ancora qualcosa si riusciva ad intravedere. Li prese con tutta la delicatezza di cui era capace e li dispose al suolo, sedendosi sui talloni accanto a loro per cercare di distinguere i vari componenti. Era evidente che il corpo era stato seppellito vestito, presumibilmente con gli stessi abiti che indossava al momento della morte. Quando si trovò in mano un pezzo di reggiseno seppe che si trattava di una donna. E quando distinse una minigonna in velluto nero e una camicetta bianca scollata, tanto corta da lasciar scoperto l'ombelico, capì che era davanti ai resti di una ragazza giovane. Gianni aveva detto la verità».
A. Tamietti, Ossa dimenticate, ed. Frilli, 2014, pp. 212, euro 10,90.
(«Pagina3», 10 gennaio 2015)