Che cos’è la scienza? Un ambito di indagine, l’insieme di certi risultati accumulati e ordinati, o un atteggiamento nei confronti della realtà? Esiste un unico modo di fare scienza, o ce ne sono diversi? La risposta è meno scontata di quanto si potrebbe immaginare, soprattutto se si pensa che a una teoria pluralistica (che tende ad esempio a parlare di scienze piuttosto che di scienza) corrisponde una pratica sbilanciata verso le cosiddette hard sciences (quelle a base di matematica e verifica sperimentale): così accade che anche nel delicato compito di valutare la qualità della ricerca universitaria si ceda alla tentazione di utilizzare gli stessi metodi per campi eterogenei, come la fisica e la giurisprudenza…
I tre autori di questo interessante saggio esaminano da vicino i meccanismi della VQR (valutazione della qualità della ricerca), mettendo a nudo la fallacia dei presupposti e la lacunosità delle procedure che hanno conosciuto di prima mano, anche come membri di commissioni di valutazione. Viene fuori così, ad esempio, che in certi casi si arriva al paradosso: poiché le griglie associano un punteggio premiante alle pubblicazioni in lingua straniera, studiosi di scienze umane sottopongono all’esame dei colleghi articoli magari non eccellenti solo perché scritti in inglese; che vengono valutati poco a causa della scarsa consistenza dei contenuti. Questo accade perché si tende ad attribuire importanza universale a cose che l’hanno solo localmente: non ha importanza, per rimanere all’esempio, la lingua straniera utilizzata per le pubblicazioni in filosofia, dove la ricerca è ancora quasi esclusivamente diffusa nella lingua nazionale. Insomma: il metodo della ricerca scientifica - quello cioè di fondarsi sulle caratteristiche dell’oggetto d’indagine, che possono essere diverse e vanno esplorate caso per caso - dev’essere applicato anche al paradigma di valutazione. Speriamo quanto prima.
A. Banfi, E. Franzini, P. Galimberti, Non sparate sull’umanista. La sfida della valutazione, ed. Guerini, 2014.
(«Mangialibri», 29 gennaio 2015)
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