«Questo libro è dedicato a un bambino mai nato, trucidato dai nazisti nel grembo della madre, la ventitreesima vittima della strage di Caiazzo». Certe volte è la Storia stessa che colpisce allo stomaco, nonostante lo sforzo di imparzialità di chi si mette a raccontarla (qui Paolo Albano con Antimo Della Valle, nel loro La strage di Caiazzo, ed. Mursia), facendo di tutto per ricostruire i fatti con la maggiore imparzialità possibile (pur nell’eccessiva - ancorché classica - identificazione tra il nazismo e il Male: «Non erano più di uomini quelle voci… ma il Male steso che indossava quelle divise militari»). Ben di più di un libro di storia e di un racconto di guerra: questo di Albano e Della Valle è la testimonianza - a quanti non c’erano, e soprattutto a quanti tendono a dimenticare troppo in fretta - che l’orrore nazifascista non ha riguardato solo la “città aperta” e pochi altri eventi eclatanti, ma ogni singola fibra del nostro Paese. Con la Prefazione del giudice Ferdinando Imposimato e un inserto fotografico di sei pagine.
P. Albano, A. Della Valle, La strage di Caiazzo, ed. Mursia, 2014, pp. 280, euro 17.
(«Il Caffè», 14 novembre 2014; «Mangialibri», 18 novembre 2014; «Pagina3», 24 novembre 2014)
