sabato 15 novembre 2014

M. Jevolella, Il segreto della vera ricchezza, ed. Urra, 2014

Al calar del sole, in un giorno di confine tra l’estate e l’autunno, il professore di economia passeggia sul lungomare di Marsala, prima di rientrare in albergo per unirsi nuovamente ai partecipanti al convegno su globalizzazione e welfare. È tardi e già sta per tornare all’auto blu che lo aspetta quando vede, in lontananza, un uomo che declama solitario una poesia al vento, seduto su uno scoglio. La curiosità - o forse si tratta di una forma di attrazione nuova e insospettata? - lo vince e il professore, incurante di tutto il resto, gli si avvicina per chiedergli cosa stia facendo. Il solo vederlo, tuttavia, rivela già il suo essere fuori dall’ordinario: e i due si mettono ben presto a discutere insieme del passato di quell’uomo - di come abbia perso, in quattro e quattr’otto, la moglie, il lavoro e quasi anche la speranza - del presente dell’economia capitalistica e del futuro dell’umanità…
Un pamphlet di critica al capitalismo sulla questione fondamentale della centralità dell’uomo e dello spirito malsano e venefico del dio denaro, che mette insieme la sapienza classica e quella moderna, le religioni e le filosofie d’Oriente e d’Occidente, in un miscuglio non banale ma nemmeno granché originale, in cui la figura del professore finisce già dalle prime pagine per fare nient’altro che la spalla del protagonista intento al suo lungo monologo. Al lettore si offre una prova d’erudizione che spazia dalla Bibbia alla Rivelazione del Buddha, dal Corano a Dante, da Leopardi a Edgar Allan Poe, i cui riferimenti sono talvolta interessanti e - qui e lì - da meditare.



M. Jevolella, Il segreto della vera ricchezza, ed. Urra, 2014, pp. 112, euro 10.

(«Mangialibri», 8 novembre 2014; «Pagina3», 15 novembre 2014)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano