La “musica di malavita” - quella che a Napoli conosciamo dagli strazi vocali dei cosiddetti neomelodici - che da sempre ha accompagnato le gesta dei delinquenti, dai misfatti alla detenzione, è solo un sottogenere musicale al servizio delle mafie (che cercano così di sensibilizzare le masse alla propria mentalità deviata) o qualcosa di più complesso, con un’autonomia e una ricchezza musicale specifiche? La tentazione di generalizzare è forte; eppure non mancano controesempi in grado di mettere in forse la regola, come quella canzone di tanti anni fa (inserita appunto in un album del genere) che parla contro la ’ndrangheta. Come stanno realmente le cose? Si può emettere una condanna complessiva (che non sia sommaria)? Cosa dovremmo pensare della musica di malavita (e di quelli che la producono e che la ascoltano)?
Goffredo Plastino, esperto di musica popolare, è convinto che l’impatto delle canzoni sulle masse sia sopravvalutata (in quarta di copertina, al centro della pagina bianca, campeggia la seguente affermazione di Frank Zappa, riportata anche all’interno: “Ci sono più canzoni d’amore che su qualunque altro argomento; se le canzoni potessero farti fare qualcosa, allora ci ameremmo tutti”); ed è pur vero che gli U2 furono assolti nell’ambito del processo all’assassino che sosteneva di aver agito dopo l’ascolto della loro “Exit”. Ma è pur vero che l’istigazione alla violenza, ad esempio, funziona, anche se indirettamente e a distanza di tempo. Si può anche dire, con Plastino, che questo fenomeno musicale vada al di là dei meri testi per includere anche il ritmo, la melodia, l’esecuzione; sarebbe eccessivo tuttavia concluderne l’effetto della musica di malavita sul convincimento e comportamento di chi la ascolta sia poco o nullo, o casuale: è noto infatti che questa industria sia strettamente correlata a quella della criminalità organizzata e da essa tragga in gran parte ispirazione ed obiettivi. Sarà pure musica ben fatta. Ma sempre di mafia stiamo parlando.
G. Plastino, Cosa Nostra Social Club. Mafia, malavita e musica in Italia, ed. Il Saggiatore, 2014, pp. 193, euro 16.
(«Il Caffè», 21 novembre 2014)
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