mercoledì 26 novembre 2014

F. Barachino, E nessun innocente, ed. Kappa Vu, 2014

Andrea è un italiano trapiantato a Londra che ha appena ucciso un uomo; non senza gusto, ma per legittima difesa. Ma quel tale vestito di nero apparso all’improvviso alle sue spalle ha visto tutto e gli dice che il cadavere è quello di un poliziotto: se la cosa arriva alle orecchie di Scotland Yard per Andrea sarà la fine. Ma il tizio gli fa una di quelle offerte che non si possono rifiutare: farà sparire il cadavere e sarà come se nulla fosse successo. Ma a una condizione: da domani Andrea prenderà il suo posto e lui andrà in pensione. La sua carriera di “ripulitore” di scene del crimine inizia così, per caso: un “lavoro” dove c’è da guadagnare bei soldi, ma che se avesse potuto scegliere non avrebbe certo scelto. Andrea tuttavia lo porta avanti con la determinazione di chi non ha alternative: fino al giorno in cui il cadavere da occultare è quello di una bambina vittima dei maltrattamenti del padre. Lì qualcosa si rompe: come fai a mantenere il distacco professionale quando senti il sangue che ti ribolle?
Un noir che vira all’horror (tecnicamente un racconto lungo, più che un romanzo breve) e che – nonostante conservi nello stile un pizzico di dilettantismo che affiora qua e là – riesce a mantenere un equilibrio tra tutti i suoi elementi, compresa la storia d’amore e si fregia di piccoli elementi di gusto, come la presenza di Oscar Wilde e il duello finale tra rivali insospettabili. La storia decolla da subito e restituisce il fascino del conflitto vissuto dal protagonista che si trova a esercitare un mestiere controverso nella Londra di Jack lo squartatore.


F. Barachino, E nessun innocente, ed. Kappa Vu, 2014, pp. 88, euro 10.

(«Mangialibri», 10 novembre 2014; «Pagina3», 26 novembre 2014)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano