sabato 18 ottobre 2014

G. Genisi, Gioco pericoloso, ed. Sonzogno, 2014

Il commissario Lolita Lobosco si trova al San Nicola: la partita è decisiva per il Bari, ne va della promozione in serie A. Ma lei non è tifosa; e no, non è neanche in servizio. Be’, in realtà non è lì neanche per caso: la sua amica Marietta le ha chiesto il favore di lasciarle casa libera per qualche ora, per potersi incontrare con il suo amante (anch’egli poliziotto). C’è però un piccolo imprevisto: all’improvviso - e sul più bello - il trentaduenne capitano della squadra barese, Domenico Scatucci, si accascia sul campo e vi giace stecchito. Una morte che lascerà parlare di sé per un bel pezzo nel capoluogo pugliese. E che solleverà più di qualche domanda: fatalità? Doping? Omicidio? O c’è qualcosa di ancora più grosso che si agita dietro agli spalti del calcio italiano?
Gabriella Genisi è un’autrice brava, che - al di là del giallo - ha saputo mettere su carta il connubio cibo-sesso di cui si è alimentato tanto cinema negli ultimi lustri imprimendolo nella figura di una gendarme dalla grande prontezza di riflessi e di nessuna pazienza, facile a prende fuoco (in tutti i sensi) e con un linguaggio tutto suo. La storia - non è la prima per Lolì - è interessante e ora, sapendo che sarà Micaela Ramazzotti a interpretarla sullo schermo, la si legge inevitabilmente fondendo le due figure (e l’effetto ci sta bene). In appendice le ricette del commissario, dai Capunti alla verza alla Tiella di riso patate e cozze (e zucchine).


G. Genisi, Gioco pericoloso, ed. Sonzogno, 2014, pp. 190, euro 12.

(«Pagina3», 18 ottobre 2014)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano