Clemente Sparaco, boss napoletano, controlla tutti i traffici, i commerci, le attività che si svolgono nella sua zona. Ha appena sottratto una vecchia merceria al legittimo proprietario, che con ogni probabilità “è stato suicidato” dai suoi sgherri, dopo essere stato costretto a firmare delle cambiali a quattro zeri, per assegnarla al miglior offerente: Puccio D’Aniello, che di mestiere fa il “tuttaio” (capace di riparare ogni cosa, dal bottone staccato al telefonino). Un’operazione come un’altra. Senonché c’è una piccola complicazione: la figlia dell’ex proprietario, Rosa Bellella, dice di sapere come sono andate veramente le cose e ha dichiarato guerra aperta alla camorra; ma veramente può una semplice e sola ragazza mettersi contro il “Sindaco del rione Sanità” e sperare di non fare la stessa fine del padre? Non è certo questo il vero problema di Sparaco. Piuttosto, sembra impensierirlo quella ridicola e micidiale maschera di Pulcinella, saltata fuori dal nulla, che sta falcidiando a colpi di karate la sua squadra di delinquenti...
Questo romanzo d’esordio di Massimo Torre (e primo della serie di Pulcinella; a seguire: Uccidete Pulcinella, La giustizia di Pulcinella e Pulcinella sotto terra) si basa sulla figura di Pulcinella/Superman, uomo in costume che a mani nude affronta i nemici armati di tutto punto (non importa quanti), e gliele suona tra calci, paccheri e sberleffi. È amaro pensare che sia la logica conclusione di un’esperienza - quella del sud Italia, ma non solo - in cui la mafia non può essere sconfitta né dai singoli né dallo Stato, ci vuole per forza… un superuomo. Sullo sfondo, la storia d’amore per una donna bellissima che non vuole arrendersi, e soprattutto non intende rassegnarsi alla falsa saggezza di chi vuole svendere la propria dignità in nome del “piatto di pasta da mettere a tavola”.
M. Torre, Chi ha paura di Pulcinella?, ed. e/o, 2014, pp. 244, euro 15.
(«Pagina3», 29 settembre 2014; «Mangialibri», 10 ottobre 2014)
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