Il libraio - per il quale la battaglia della cultura non si gioca sul terreno dei prezzi (come ben sa chi ha seguito le ultime polemiche tra Amazon ed altri editori), ma su quella della qualità), quell’uomo che ama la carta non per partito preso, ma perché conosce bene la lettura e sa per esperienza che il libro elettronico non è la stessa cosa, si preoccupa per il futuro del sapere, compreso il suo: come ci sentiremo domani quando passeggiando per la nostra città leggeremo sulla saracinesca di una nota libreria: “Chiuso per Kindle”?
Una pièce più che un saggio vero e proprio: Massimiliano Timpano e Pier Francesco Leofreddi preferiscono raccontare mettendo in scena anziché analizzare freddamente la realtà della libreria e del libro stampato. Puntando a divertire il lettore e a incuriosirlo sul tema, spingendolo a formarsi un’opinione in proposito (piuttosto che seguire gregariamente l’ennesimo flusso della moda), anziché convincerlo a colpi di resoconti e statistiche. Bisognerebbe capirne meglio vantaggi e svantaggi anziché accettare qualcosa solo perché ci fa risparmiare un euro sul prezzo d’acquisto, lo stesso euro che pagheremo in più quando gli ebook avranno preso il sopravvento. Chiuso per Kindle è disponibile anche… in ebook.
M. Timpano, P.F. Leofreddi, Chiuso per Kindle. Diario di un libraio in trincea, ed. Bompiani, 2014, pp. 171, euro 9,50.
(«AgoraVox», 8 ottobre 2014)
