Il castello è dappertutto. Come il tribunale ne Il processo. E, come in quel caso, sembra non vi sia modo di accedervi, né di sottrarvisi. Come K., il protagonista, non riesce a muoversi di un passo rispetto al castello, né in avanti né all’indietro (in un’impresa destinata all’insuccesso, comunque la si voglia inquadrare); similmente è del lettore dell’opera di Franz Kafka: per quanto si cerchi di addentrarsi nei dettagli testuali, nelle interpretazioni, nelle comparazioni, rimane sempre la sensazione di non riuscire a squarciare quella tenebra abissale della quale è impossibile smettere di subire il fascino e il richiamo. Questa nuova edizione Mimesis mette a disposizione del lettore italiano (in una nuova traduzione, con la Postfazione di Franco Rella) l’edizione critica tedesca stabilita nel 1981 da Malcolm Pasley, dotata di un apparato di note di oltre 60 pagine; un volume che gli amanti dell’autore non dovrebbero perdere. E forse non solo loro.
F. Kafka, Il castello, ed. Mimesis, 2014, pp. 420, euro 28. Con passi inediti, a cura di Barbara Di Noi. Postfazione di Franco Rella. Traduzione condotta da Barbara Di Noi sull’edizione critica di Das Schloß, a cura di Malcolm Pasley, Frankfurt am Main, Fischer, 1981.
(«Pagina3», 12 luglio 2014; «Mangialibri», 23 luglio 2014)
