La scienza della libertà parte da quattro domande, alle quali il celebre sociologo polacco - qui in dialogo con Michael Hviid Jacobsen e Keith Tester - propone le sue risposte: “Che cos’è la sociologia?”, “Perché «fare» sociologia?”, “Come fare sociologia?” e “Che cosa realizza la sociologia?”. Un libro sul metodo di questa disciplina, argomento che Bauman tocca in tutti i suoi scritti, puntualmente riaffermandone la concretezza e la “missione” indirizzata a incidere direttamente sul mondo e sulla vita dell’uomo; ma che qui l’autore approfondisce, intrecciandone le problematiche peculiari con quelle della politica, dell’etica, della filosofia.
Arendt, Adorno, Heidegger, sono solo alcuni degli interlocutori con i quali Bauman si confronta sul più spinoso di tutti i problemi che la sociologia si trova oggi davanti: ha ancora un senso la “scienza della società”, in un mondo che ha decretato “la fine della Storia” e l’attuale assetto economico-politico come il migliore dei mondi possibili? La risposta può non essere banale né scontata, ma una cosa è certa: l’uomo può impugnare la sua esistenza e il suo futuro in qualunque momento, sparigliando ogni ordine e riprogettando la società a vantaggio di tutti. La salvezza della sociologia, alla fine, verrà insieme alla salvezza dell’umanità.
Z. Bauman, La scienza della libertà. A cosa serve la sociologia? Conversazioni con Michael Hviid Jacobsen e Keith Tester, ed. Erickson, 2014, pp. 154, euro 15.
(«Pagina3», 12 giugno 2014; «AgoraVox», 12 giugno 2014; «l'Altrapagina», giugno 2014; «Il Caffè», 20 giugno 2014)
