Di fronte a chi approfitta della scarsa capacità di reagire con prontezza, amici e conoscenti non sanno cosa consigliare ai propri anziani, se non il solito, maldestro (e in fin dei conti improponibile): “Chiudetevi in casa”. Ma veramente si può dire a una persona che la soluzione al suo problema sia tagliare ogni ponte con la società civile; veramente l’anziano va visto (e trattato) - se non proprio come un reietto - quanto meno come un disadattato?
Vincenzo Tancredi, sovrintendente di polizia in servizio a Torino, presso la Sezione “Fasce deboli” da oltre cinque anni, ha avuto un’altra idea: scrivere un libro che sintetizzi la sua esperienza a contatto con tante persone truffate, nella convinzione che molte di queste truffe si potrebbero evitare se solo si fornissero alle persone i semplici strumenti utili a riconoscere i tentativi di truffa e qualche trucchetto per evitarli.
Molti anziani truffati sono infatti soliti prendersela con se stessi, con la propria dabbenaggine o semplicemente con la lentezza di riflessi: “Quanto sono stato stupido!”, ripetono, rendendosi conto che sarebbe bastato poco ad evitare il raggiro. Da qui l’idea di Tancredi di narrare le storie - tutte vere - da lui incontrate nell’esercizio della sua attività.
Io non abbocco! Storie di anziani e di truffatori (ed. GruppoAbele) mette in guardia dai falsi tecnici di aziende più o meno note, falsi amici dei figli, perfino falsi nipoti.
Un libro da far leggere ai nostri anziani, magari da leggere insieme a loro, come si faceva una volta. Un piccolo gesto utile a non incappare in quelle piccole e grandi tragedie che, per fortuna, si possono evitare.
(«Il Caffè», 30 maggio 2014)
