Sono tante e diverse le religioni, le profezie, le filosofie che prevedono apocalissi più o meno orrifiche e cruente: lingue di fuoco e torrenti di fango gelido continuano a popolare il nostro immaginario e ad inquietare i nostri sonni. Ma si tratta solo di oscure superstizioni? Alok Jha, divulgatore scientifico per il “Guardian” e per la BBC con formazione da fisico, esamina dal punto di vista della scienza ben cinquanta diversi modi nei quali il mondo che conosciamo (o almeno la vita umana su di esso) potrebbe avere fine. Ipotesi valutate al di là di ogni millenarismo, con la leggerezza del giornalista ma non di meno con il rigore dell’uomo di scienza; nella convinzione che ognuna di esse, anche la più remota, è quanto meno possibile. Alla fine di ogni paragrafo l’autore risponde alla domanda: “È probabile?”, o “Siamo a rischio?” oppure “Cosa possiamo fare?”. Non un libro sulla paura della morte, ma al contrario una riflessione che induce ancora di più ad apprezzare la vita che l’uomo da sempre, con grande fatica - ed anche con l’aiuto della scienza - cerca di rendere migliore per tutti.
Alok Jha, Manuale dell’Apocalisse. Cinquanta ipotesi sulla fine del mondo, ed. Bollati Boringhieri, 2014, pp. 324, euro 26.
(«Mangialibri», 9 giugno 2014)
