giovedì 19 giugno 2014

A. Huxley, La rivalsa delle scimmie, ed. Gargoyle Books, 2014

In seguito a un’ulteriore, definitiva, guerra planetaria, gli uomini si estinguono insieme alle loro civiltà, lasciando qui e lì in vita brandelli di popolazione mutante e pochi superstiti tra la Nuova Zelanda e una parte dell’Africa. La terra, ormai dominio delle scimmie, è in balia del potere del Male. La rivalsa delle scimmie, capolavoro di Aldous Huxley oggi ristampato dall’editore Gargoyle Books nella nuova traduzione di Claudio Costanzo, è probabilmente la distopia più visionaria del grande scrittore inglese, anche se meno celebre della precedente Il mondo nuovo; la quale ha ispirato certamente opere successive dal grande impatto cinematografico (curioso destino per un romanzo come questo, scritto in forma di sceneggiatura) come Il pianeta delle scimmie. Grande critica alla corsa cieca verso un progresso intrinsecamente pericoloso e dissennato, ma anche a un’umanità incapace di gestire le conquiste del proprio intelletto, La rivalsa delle scimmie è un’opera dall’amplissimo respiro, che non risente dell’usura del tempo ed è attualissima nel dibattito sul rapporto che l’uomo ha (o dovrebbe avere) con la tecnologia e con i propri simili.
Le precedenti due edizioni italiane, rispettivamente Mondadori e Baldini&Castoldi, entrambe per la traduzione di Augusto C. Dauphiné, erano esaurite da tempo; questa nuova edizione colma dunque una grossa lacuna e rilancia Ape and Essence con un titolo meno fedele all’originale, ma più accessibile al grande pubblico cui è rivolta.


A. Huxley, La rivalsa delle scimmie, ed. Gargoyle Books, 2014, pp. 175, euro 16. Tr. it. di Claudio Costanzo.

(«Pagina3», 19 giugno 2014)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano