sabato 19 aprile 2014
Il piacere della multa
Non capita tutti i giorni di complimentarsi con il Comando della Polizia Municipale di Caserta. E allora permettetemi di rallegrarmi proprio oggi per questo evento, lasciando che vi spieghi come sono andate le cose.
Abito a via Petrarca, una strada di Centurano - già via Giulia - che da quando è stato aperto il nuovo istituto superiore non riesce a trovare pace. E non per colpa dei tanti ragazzoni che, poverini, sono costretti ad accalcarsi in quelle misere strisce di marciapiede davanti alla scuola, ma a causa delle macchine che non solo si fermano lì per caricare e scaricare la propria prole, ma quasi sempre sostano lì formando una coda, senza luci accese, senza il conducente, senza una spiegazione; per non dire di quando vi rimangono inchiodate per ore intere in occasione di incontri, consigli, riunioni, che a quanto pare vengno organizzati a cadenza settimanale. File intere di auto parcheggiate non in prossimità, ma precisamente davanti all’ingresso, che costringono a passare a senso unico alternato.
Mi trovo spesso, nell’andare a casa, a strombazzare snervato con la speranza di provocare qualche moto civico nei tanto maleducati automobilisti; ovviamente senza nessuna reazione, se non quella dei passanti e dei negozianti che si affacciano per vedere chi è questo scriteriato che suona il clacson come un isterico. Lo so, non si fa; infatti non me ne vanto.
Si fa però un’altra cosa, che è quella che ha portato al lieto evento della giornata: si telefona alla Polizia Municipale, spiegando la situazione, e dopo un po’ si potranno vedere i vigili nell’atto di comminare sanzioni alle maccine parcheggiate selvaggiamente.
Vi sembra poco? Anzitutto, questo serve ad affermare un’importante verità: non è vero che le istituzioni, quando le chiami, non rispondono mai (né si è trattato di un caso eccezionale: non è la prima volta che vedo i vigili operare da queste parti). E non è vero che i cittadini non possono fare niente per migliorare la qualità della vita pubblica: partecipare è possibile. Cosa più importante, c’è la speranza che qualcuno impari la lezione e passi dall’altra parte, da amante del parcheggio selvaggio a tutore (indiretto) dell’ordine; oppure, c’è la speranza più modesta che qualcuno impari la lezione e, preso il coraggio a due mani, vada a parcheggiare - non a mille miglia di distanza - ma, che so, a un centinaio di metri, dove c’è posto in abbondanza a tutte le ore del giorno e della notte.
Non mi illudo di aver risolto il problema di via Petrarca. Ed è anche vero che mi accontento di poco. Ma veder fioccare le multe è una di quelle cose che ti riempiono il cuore di gioia. Che volete fare: non riesco a smettere di essere contento. Ho avuto proprio una bella giornata.
(«Il Caffè», 18 aprile 2014)
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